Dieci membri del parlamento hanno criticato le condizioni di detenzione di Eva Kaili

Il Parlamento europeo ha confermato mercoledì al quotidiano belga Le Soir che dieci deputati socialdemocratici (S&D) del Parlamento europeo hanno inviato il 13 febbraio una lettera al presidente della DPR, Roberta Metzola, denunciando le circostanze in cui il loro ex collega, l’eurodeputato greco Eva Kaili era detenuta nella prigione di Haren dal 9 dicembre per il caso Qatarargate.

“Il presidente ha ricevuto la lettera e la esaminerà. È consuetudine che rappresentanti e gruppi eletti esprimano le loro preoccupazioni alla presidenza per lettera. Queste lettere non sono rese pubbliche”, ha detto l’ufficio stampa del PE, aggiungendo che “il presidente è in contatto con le autorità belghe.”

Secondo le nostre informazioni, riporta Le Soir, questa lettera è stata scritta da 10 parlamentari, tutti cittadini italiani.

Come ha commentato il quotidiano, “questo è impressionante, data la natura del problema, che riguarda principalmente persone vicine o attive nel S&D e che hanno la cittadinanza italiana”.

“Questa non è un’iniziativa del gruppo S&D, ma un’iniziativa di singoli parlamentari”, ha spiegato il rappresentante del gruppo politico socialdemocratico, riferendosi ai firmatari per maggiori informazioni.

Questa non è una mossa di “pressione”.

Questi eurodeputati, tra cui Brando Benifay e Alessandra Moretti, hanno sottolineato in particolare la presunta “mancanza di umanità” da parte del sistema giudiziario e carcerario nei confronti di Eva Caili.

“Non è stato fatto per fare pressione su nessuno, per niente”, ha detto Brando Benifay prima della comparizione di Kylie nel consiglio pre-processuale, che deve decidere sulla richiesta di scarcerazione del deposto vicepresidente del Parlamento, “ma per evidenziare il fatto che qualcuno hanno perso il loro bambino di due anni”, ha sottolineato.

Gli avvocati di Eva Kaili, inoltre, hanno espresso pubblicamente il loro rammarico per il fatto che il loro cliente abbia potuto vedere sua figlia solo due volte a gennaio.

Inoltre, Brando Benifay ha precisato che la lettera è stata scritta su iniziativa di un suo collega – Massimiliano Smeriglio – che scriveva tali lettere per difendere i diritti umani in Europa.

Settimio Lombardi

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