Costruire ponti attraverso la comunicazione – L’Osservatore Romano

Cari fratelli e sorelle,

buon pomeriggio e benvenuto!

Sono lieto di incontrare voi, soci dell’Associazione Settimanali Cattolici Italiani, dell’Unione Periodici Italiani, dell’Associazione Corallo e dell’Associazione AIART-Cittadini Mediali. E voglio esprimervi il mio apprezzamento per il vostro lavoro quotidiano nel mondo della comunicazione. Sei attivo nel campo della stampa, della televisione, della radio e delle nuove tecnologie, con un impegno particolare per l’alfabetizzazione mediatica di lettori e utenti. L’immediatezza della vostra distribuzione dimostra il desiderio di raggiungere le persone con cura e vicinanza, con umanità. Sì, penso che tu rappresenti molto bene la “geografia umana” che anima la regione italiana. Comunicazione significa condividere, forgiare legami comunitari e costruire ponti senza costruire muri. Negli ultimi anni si sono verificate diverse innovazioni nel settore dei media e pertanto l’impegno a promuovere la dignità umana, la giustizia e la verità, la legalità e la responsabilità nell’istruzione deve essere continuamente rinnovato. Voglio quindi invitarvi a non dimenticare tre vie nel contesto delle attuali autostrade comunicative sempre più veloci e sempre più congestionate. È bene non dimenticarli e colpirli sempre.

Il primo modo è la formazione. Questo non è solo un compito, ma una questione di esistenza. Perché qui è in gioco il futuro della società. L’istruzione è un modo per connettere le generazioni, per incoraggiare il dialogo tra le generazioni più giovani e quelle più anziane, un’alleanza intergenerazionale che oggi è più fondamentale che mai. Ma come formare su questo le nuove generazioni, immerse in un contesto sempre più digitale? C’è una parola nei Vangeli che può ispirare un buon metodo: quando Gesù ci comanda di essere “saggi come
serpenti innocenti come colombe” (montagna 10.16) dovrebbe. Cautela e innocenza sono due elementi pedagogici fondamentali per orientarsi nelle complessità odierne, soprattutto in relazione a Internet, dove non bisogna essere ingenui – non essere ingenui – e allo stesso tempo non cedere alla tentazione di esprimere rabbia o rabbia. l’odio semina. La prudenza, vissuta nella semplicità del cuore, è una virtù che aiuta ad essere lungimiranti e porta ad agire con lungimiranza e prospettiva. E non c’è modo di acquisire saggezza; non si impara ad essere intelligenti. La prudenza si pratica, si vive. È un atteggiamento che nasce simultaneamente dal cuore e dalla mente e poi si sviluppa. La prudenza portata avanti con semplicità di cuore aiuta sempre ad avere uno sguardo lungimirante. Il settimanale cattolico porta nelle case della gente questo sguardo sapiente: non solo porta notizie nuove, che presto diventano obsolete, ma offre anche uno sguardo umano, uno sguardo cristiano, volto a formare la mente e il cuore per non lasciarsi portatori di handicap. con parole gridate a voce alta o con una cronaca che passa dalla rubrica nera “Violenza e Crimine” alle rubriche rosa di gossip dimenticandosi delle chiarissime e luminose rubriche bianche. Desidero pertanto incoraggiarvi a promuovere una “ecologia della comunicazione” a livello locale, nelle scuole, nelle vostre famiglie e tra di voi. Siete chiamati a ricordare, con uno stile semplice e di facile comprensione, che dietro i messaggi e le notizie ci sono sempre sentimenti, storie, esseri umani consanguinei che vanno rispettati come se fossero propri fratelli. E vediamo dalle tristissime notizie degli ultimi tempi, dalle terribili notizie di violenza contro le donne, quanto sia urgente l’educazione al rispetto e alla cura: formare persone capaci di relazioni sane. Comunicare significa formare l’uomo. Comunicare significa formare una società. Non abbandonare il percorso dell’educazione e del coaching, perché ti porterà lontano.

Il secondo percorso è il percorso di protezione. Il primo è l’istruzione, il secondo la protezione. »Nella comunicazione digitale si vuole mostrare tutto, e ogni individuo in forma anonima diventa un oggetto da spiare, smascherare e trascinare in pubblico. Il rispetto dell’altro si sgretola, e così – proprio quando lo opprimo, lo ignoro e lo tengo lontano – posso penetrare tutta la sua vita senza vergogna” (Enciclica Va tutto bene, 42). È importante, quindi, promuovere dispositivi che tutelino tutti, soprattutto le fasce più vulnerabili, i minori, gli anziani e le persone con disabilità; Vanno protetti dalle intrusioni dei media digitali e dalla seduzione di comunicazioni provocatorie e polemiche. Le vostre azioni attive in questo ambito possono contribuire ad una maggiore protezione dei cittadini nei media, possono sostenere la libertà di controllo dell’informazione e aumentare il senso di comunità affinché anche in questo ambito siano riconosciuti diritti e responsabilità. Questa è una questione di democrazia comunicativa. E per favore fatelo senza paura, come Davide combatté Golia (cfr. 1 sabato 17): abbatté il gigante con una piccola fionda. Non limitatevi a sopravvivere, ma pensate in grande restando “piccoli dentro”, perché siete chiamati a un compito grande: tutelare, attraverso le parole e le immagini, la dignità umana, soprattutto la dignità dei piccoli e dei poveri, che Dio ama in modo particolare.

La terza via è la testimonianza. Vorrei ricordare l’esempio del beato Carlo Acutis: «Sapeva molto bene che questi meccanismi di comunicazione, pubblicità e social network possono essere usati per addormentarci e renderci dipendenti dal consumo e dalla novità delle cose che desideriamo. acquistare, ossessionato dal tempo libero, incluso nel
Negativo. Ma seppe utilizzare le nuove tecniche di comunicazione per diffondere il Vangelo e trasmetterne i valori e la bellezza» (Esortazione Apostolica Oh Signore, 105). Questo ragazzo non è caduto nella trappola ma è diventato testimone della comunicazione. Le testimonianze sono profetiche, liberano la creatività e ti incoraggiano a rimboccarti le maniche, lasciando la tua zona di comfort per correre dei rischi. Sì, la fedeltà al Vangelo richiede la capacità di assumersi dei rischi per sempre. Ha nuotato controcorrente: parlando di fraternità in un mondo individualista, di pace in un mondo pieno di guerre, di preoccupazione per i poveri in un mondo intollerante e indifferente. Ma puoi farlo in modo credibile solo se prima vivi ciò di cui stai parlando.

Cari amici, vi ringrazio per la visita e vi incoraggio ad andare avanti. Affido il vostro impegno a S. Francesco di Sales e il Beato Carlo Acutis, perché possano guidare i vostri passi nel cammino della formazione, della protezione e della testimonianza. Vi benedico dal profondo del mio cuore. E non dimenticare di pregare per me. Grazie!

(Originariamente italiano in OR 23 novembre 2023)

Marinella Fontana

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