Nuova Via della Seta: l’Italia abbandona i progetti di investimento cinesi

L’Italia si è ritirata dal mega progetto cinese della Nuova Via della Seta: il governo italiano ne ha informato l’ambasciata cinese a Roma attraverso una nota diplomatica ufficiale.

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L’Italia è stato l’unico Paese del G7 ad aderire al progetto di investimenti globali nel 2019, ma i benefici economici attesi non si sono concretizzati.

Ci sono state molte critiche all’Italia da parte dei partner occidentali

Per mesi si è speculato sull’uscita del controverso progetto. L’Unione Europea, ad esempio, ha criticato il fatto che la Cina voglia rendere i paesi poveri dipendenti da se stessa attraverso questo progetto.

A causa del progetto, l’Italia, oppressa dai debiti, ha dovuto ricevere molte critiche da parte dei suoi partner occidentali. L’Italia è stata l’unico paese del Gruppo delle Sette grandi potenze economiche democratiche (G7) a decidere di partecipare, e anche l’unico grande paese dell’UE.

Ciò è giustificato da migliori opportunità di esportazione, con la speranza di investimenti – ad esempio per i porti di Trieste e Genova – e anche di più turisti cinesi.

Obiettivo dell’Italia: non deludere troppo Pechino

La Meloni non ha mai nascosto che l’idea non gli piace. Il leader del partito di estrema destra Fratelli d’Italia ha affermato che la sovranità della nazione è qualcosa di sacro.

Ma il gol dell’Italia non ha certo deluso più di tanto Pechino. Le aziende temono che i prodotti made in Italy non possano più essere venduti nella Repubblica popolare cinese. Gli italiani temono anche che contratti lucrativi li metterebbero in concorrenza con partner dell’UE come Germania e Francia.

Per questo motivo la Meloni, con parole di addio, ha assicurato alla parte cinese che intende assolutamente restare fedele alla “partenariato strategico”.

“Nuova Via della Seta”: un grande progetto di investimento globale

La “Nuova Via della Seta”, lanciata dieci anni fa, è un progetto globale di investimenti e infrastrutture da parte della Cina. Questa iniziativa comprende progetti terrestri e marittimi che fanno parte della “Via della seta marittima”.

Essendo la seconda potenza economica, la Cina vuole aprire nuove rotte commerciali in tutto il mondo, sia via terra che via mare. La “Nuova Via della Seta” ha origine dalle antiche rotte commerciali famose in tutto il mondo che si estendevano verso l’Europa.

Pechino ha ora investito quasi mille miliardi di euro nel progetto. In molti paesi in via di sviluppo stanno sorgendo strade, ferrovie, aeroporti e porti marittimi dove prima non ce n’erano. Tuttavia, i critici affermano che molti paesi stanno diventando sempre più dipendenti dalla Cina a causa del nuovo debito. Attualmente sono circa 150 i paesi partecipanti, tra cui Russia e Serbia. L’Ungheria ora fa parte dell’UE.

Perdita di prestigio per la Cina: buon umore a Bruxelles

Per la Cina, sempre più in concorrenza con gli Stati Uniti, la sua partenza significherà sicuramente una perdita di prestigio. Ma a Bruxelles le notizie da Roma hanno creato buon umore.

Nell’UE e nella NATO, la partecipazione dell’Italia è stata recentemente vista sempre più come un errore strategico oltre che come un rischio per la sicurezza. L’obiettivo generale è ridurre la dipendenza economica. Nella NATO, c’è il rischio particolare che Pechino cerchi di “mettere sotto il suo controllo aree chiave dei settori tecnologici e industriali, infrastrutture critiche, nonché materiali strategici e catene di approvvigionamento”.

Marinella Fontana

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