Riparazioni tedesche / Corte costituzionale italiana e le vittime della strage di Distomo

Il pilastro principale dello Stato di diritto sono i diritti umani, compresa la tutela della dignità umana.

I problemi e le sfide contemporanee allo Stato di diritto non si limitano al sistema legale di un paese, ma possono espandersi e trasferirsi ad altre strutture legali. Uno di questi casi sarà presto trattato dalla Corte costituzionale italiana. Il tribunale deve pronunciarsi sulla costituzionalità della legge varata in Italia nell’aprile 2022 che riguarda l’esecuzione sul territorio italiano non solo delle decisioni emesse dai tribunali italiani contro la Germania ma anche delle sentenze irrevocabili del Tribunale di Livadia sulle vittime del massacro di Distomos. La sfida per la Corte costituzionale italiana è enorme.

Stato di diritto effettivo e tutela giurisdizionale

I pilastri principali dello Stato di diritto sono i diritti umani, compresa la protezione della dignità umana, il diritto alla protezione di un sistema giudiziario efficiente e un processo equo. Il diritto a una tutela giurisdizionale effettiva è tutelato in tutti gli ordinamenti costituzionali dei Paesi europei, oltre ad essere garantito dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU) e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea (CEDU). Il diritto a una tutela giurisdizionale effettiva sancisce anche il diritto di eseguire le decisioni definitive emesse dai tribunali.

Dalle sentenze della Corte internazionale di giustizia (2012) alle sentenze della Corte costituzionale italiana (2014)

Con il decisivo contributo del compianto Yiannis Stamoulis, i parenti delle vittime della strage di Distomos ottennero la giustificazione irrevocabile del tribunale greco contro la Germania (quale successore del Terzo Reich). L’azione è stata intrapresa dall’allora prefettura della Beozia, che rappresentava tutte le vittime. La prefettura successore della Beozia è ora la regione della Grecia centrale. A causa del rifiuto del ministero della Giustizia (greco) di concedere l’autorizzazione speciale richiesta dal codice di procedura civile per consentire l’esecuzione dello Stato tedesco in Grecia, hanno fatto appello all’Italia affinché confermasse la decisione irrevocabile che li giustificava con motivi italiani. . La sentenza del Tribunale di primo grado di Livadia è stata riconosciuta esecutiva in Italia. Lì, infatti, è possibile disporre di un sequestro in capo a terzi, vale a dire il credito pecuniario che Deutsche Bahn AG (società ferroviaria tedesca), in quanto impresa statale tedesca, ha nei confronti delle Ferrovie italiane (Treniatalia e Rete Ferroviaria ).

Nel frattempo, a seguito del ricorso della Germania contro l’Italia alla Corte internazionale di giustizia dell’Aia, nel 2012 è stata emessa una decisione definitiva, che ha stabilito (a maggioranza) che la giurisdizione statale era una norma consuetudinaria del diritto internazionale e che l’Italia aveva violato l’immunità dalla giurisdizione internazionale . Germania consentendo: a) il giudizio di azioni di privati ​​(vittime di reati del Terzo Reich) contro la Germania davanti a tribunali italiani e b) l’esecuzione di dette sentenze contro beni dello Stato tedesco in territorio italiano.

Dopo questa decisione, molti ritenevano che il processo contro le vittime dell’occupazione tedesca contro lo Stato tedesco fosse stato concluso.

L’Italia approva leggi che sostanzialmente non riconoscono le decisioni giudiziarie che sono state emesse. Tuttavia, a seguito di una legge approvata dall’Italia per conformarsi alle decisioni della Corte internazionale di giustizia, il caso è passato alla Corte costituzionale italiana nel 2014. Quest’ultima, nella sua storica sentenza (238/2014), ha stabilito che l’obbligo dell’Italia di rispettare il diritto internazionale e le decisioni della Corte L’Aja International trova i suoi limiti nel principio basilare della tutela giurisdizionale dei diritti fondamentali sancito dalla Costituzione italiana. Nella misura in cui il principio di immunità dalla giurisdizione disciplinato dal diritto internazionale esclude dalla giurisdizione dei giudici italiani anche gli atti di Stati stranieri sovrani (acta jure imperii) commessi in Italia o diretti contro gli italiani e che violano il diritto internazionale e i diritti umani, tale principio è contrario a della costituzione italiana e non si applica all’ordinamento giuridico italiano. Per ragioni di correttezza storica, il contributo dell’Avv. Vanno ricordati Joaquim Lau quale rappresentante delle vittime nell’emettere questa sentenza, nonché gli illustri magistrati che hanno partecipato alla composizione del tribunale, tra cui l’allora Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattartella.

Progressi nel nuovo ricorso della Germania alla Corte internazionale di giustizia dell’Aia (aprile 2022)

La decisione della Corte costituzionale italiana ha suscitato una forte reazione in Germania e ha sollevato la questione dell’esecuzione della sentenza contro la Germania in Italia. Una nuova serie di procedimenti esecutivi è stata avviata contro i beni tedeschi in Italia (Istituto Archeologico Tedesco, Scuola Tedesca, ecc.), che sono stati rinviati davanti ai tribunali italiani dopo le opposizioni tedesche. In primo grado è stato deciso dal Tribunale Unico di Roma (luglio 2021) che, una volta che una decisione del tribunale ammette definitivamente che uno Stato estero è colpevole di gravi violazioni dei diritti umani, allora nulla può impedire l’applicazione di tale legge . tale decisione del tribunale e indipendentemente dal fatto che i beni oggetto di spedizione siano in possesso privato di un paese straniero o che i beni siano utilizzati nell’interesse pubblico.

Quindi, a seguito di un ricorso della Germania, il Tribunale di primo grado di Roma ha stabilito (novembre 2021) che la Germania non aveva dimostrato che la proprietà sequestrata fosse di interesse pubblico e, se la Germania lo avesse fatto, l’esecuzione non sarebbe stata eseguita. legge. Alla luce di questi sviluppi, il 29 aprile 2022 la Germania ha nuovamente presentato ricorso alla Corte internazionale di giustizia dell’Aia chiedendo che si dichiari che l’Italia continua a violare il diritto sovrano della Germania alla separazione delle giurisdizioni (immunità giudiziaria e immunità dall’esecuzione) consentendo il esecuzione di beni tedeschi sul territorio italiano. Infatti, il ricorso della Germania alla Corte internazionale di giustizia includeva una richiesta di misure cautelari (assicurative) nei confronti dell’Italia.

Pubblicazione in Italia della Legge sui Contenuti Legislativi 36/2022 e rinvio della questione alla Corte Costituzionale italiana

Il giorno dopo il ricorso della Germania alla Corte internazionale di giustizia, è stato emanato il Legislative Content Act (PNP) del 30 aprile 2022.1 Con questa legge, che il Consiglio Superiore italiano ha convertito in legge il 29 giugno 2022, l’articolo 43 prevede l’istituzione di un fondo che risarcirà le vittime di reati commessi dal Terzo Reich dal 1939 al 1945 in Italia o contro cittadini italiani e a condizione che la loro richiesta sia stata riconosciuta dall’ultima decisione del tribunale emessa prima dell’emissione del PNP. Con questo PNP, così come fu formulato al momento della sua conversione in legge, le vittime non cittadine italiane, nonché le sentenze dei tribunali stranieri che obbligavano la Germania a risarcire i reati commessi a partire dal 1939, venivano espressamente escluse da tale fondo e ricevevano un indennizzo fino al 1945. Inoltre, lo stesso PNP stabilisce che i procedimenti esecutivi contro la Germania basati su decisioni giudiziarie emesse non possono essere avviati, e quelli che sono stati avviati e sono pendenti non possono essere continuati e l’unico modo per eseguirli è attraverso i fondi. Va notato che per quanto riguarda la composizione e le fonti di questi fondi non c’è ancora un quadro chiaro.

A seguito dell’emissione del PNP, la Germania ha ritirato la sua richiesta alla Corte internazionale di giustizia per una sentenza interlocutoria contro la Germania. La Corte internazionale di giustizia ha fissato un termine per la presentazione delle istanze dei due Paesi al 12 giugno 2023 per la Germania e al 12 giugno 2024 per l’Italia. L’emissione del PNP, come convertito in legge, ha acceso un acceso dibattito sulla costituzionalità della legge e ha portato a interruzioni nei procedimenti di esecuzione pendenti. Il Tribunale di primo grado di Roma, con sentenza assunta il 21 novembre 2022, ha sottoposto alla Corte costituzionale italiana una questione di costituzionalità della nuova legge. Pertanto, la Corte costituzionale italiana sarà nuovamente chiamata a pronunciarsi, tra l’altro, sulla questione della conformità al contenuto legislativo della legge italiana 36/2022.

Ricorso allo Stato di Diritto davanti alla Corte Costituzionale italiana

Uno degli aspetti che preoccupa la Corte costituzionale italiana è se sia conforme alla costituzione italiana e al diritto a una tutela giurisdizionale effettiva sospendere i procedimenti esecutivi avviati per l’esecuzione delle sentenze del Tribunale di primo grado Esempio di Livadia. , la cui validità è stata irrevocabilmente riconosciuta in Italia. La questione cruciale che si è posta per i parenti delle vittime della strage di Distomos è stata che, in base al PNP 36/2022, da un lato non avrebbero diritto a ricevere un risarcimento attraverso questo fondo e, dall’altro, avrebbero non essere in grado di continuare le procedure di costruzione forzata che avevano avviato e legalmente autorizzate.

I tribunali italiani saranno chiamati a trovare un equilibrio molto delicato ed equilibrato tra l’obbligo dello Stato di applicare il diritto internazionale e il suo obbligo costituzionale di tutelare i diritti fondamentali. Nel conflitto tra l’obbligo di rispettare il diritto internazionale da un lato e la tutela dei diritti costituzionali alla tutela giurisdizionale dall’altro, si crea un campo di tensione molto difficile. I diritti dei parenti delle vittime della strage di Distomo a un’effettiva tutela giurisdizionale sotto forma di esecuzione forzata per soddisfare le loro pretese di cosa giudicata saranno “sacrificati” all’obbligo dello Stato di garantire il rispetto delle norme del diritto internazionale; Il caso dei parenti delle vittime della strage di Distomo ha una specificità importante: a differenza delle vittime che sono cittadini italiani, le vittime della strage di Distomo non potranno nemmeno ricevere alcun indennizzo dai fondi previsti dal PNP 36/2022. I parenti delle vittime della strage di Distomo rimarranno senza alcun indennizzo?

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La Corte costituzionale italiana sarà chiamata a rispondere a questa domanda, che riguarda la cultura comune europea.

Il relativo bando della Corte Costituzionale sullo svolgimento del processo è stato pubblicato nel Libro degli Statuti e le parti dovranno depositare le proprie attestazioni entro il 21 gennaio 2023.

La regione della Grecia Centrale, le cui circostanze storiche si trovano a rappresentare i parenti del martire Distomo, ha bisogno di essere rappresentata in modo tempestivo, corretto ed efficace dinanzi alla Corte Costituzionale italiana e di adottare tempestivamente le misure necessarie. Lo Stato di diritto che ha al centro i diritti umani è una conquista che richiede la partecipazione dei cittadini e in questo caso delle vittime per la loro protezione. Secondo l’importante formulazione di Christoforos Argyropoulos, il diritto è un elemento determinante nello sviluppo culturale di una società ordinata. L’esperienza fino ad oggi prevede che la Corte costituzionale italiana contribuirà al consolidamento del diritto come misura di civiltà non solo della società italiana ma anche di quella europea e non lascerà le vittime prive di tutela giurisdizionale. Questo è ciò che è determinato dalla comune cultura europea e dal diritto internazionale dell’umanità.

* Stefanos Fourtounidis è un avvocato

Benigna Rosiello

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