Perché gli italiani mangiano lenticchie intere e spaghetti a Capodanno

Le usanze culinarie italiane sulla tavola di Capodanno.

Quest’anno, più di otto tavole italiane su dieci (85%) hanno incluso le lenticchie portafortuna nel menu della cena, mentre il vino tradizionale è stato servito nel 56% dei casi. È quanto emerge dall’analisi Coldiretti/Ixe dell’Associazione italiana agricoltori per il Capodanno italiano da cui risulta che anche quest’anno il 70% degli italiani preferirebbe insaccati italiani per la tavola di Capodanno. cotechino o zampone che viene spesso servito con le lenticchie.

La produzione di lenticchie in Italia – sottolinea la Coldiretti – supera i 6 milioni di chilogrammi e la lenticchia Igp di Castelluccio di Norcia è molto ricercata, oltre ad essere inserita nell’elenco delle specialità tradizionali nazionali come la lenticchia di S. Stefano di Sessano (Abruzzo).

Secondo la Coldiretti, oltre alle lenticchie, gli italiani consumano anche l’uva. Se ne devono mangiare dodici, uno per ogni mese dell’anno. E anche i melograni sono di buon segno, simbolo di protezione e protezione dai guai che potrebbero verificarsi nel nuovo anno. E a sorpresa, gli spaghetti portano anche fortuna – spiega la Coldiretti – basta cuocerli interi, senza romperli.

La nascita del prosciutto risale intorno al 1511, anno in cui le truppe di Giulio II assediarono Mirandola, e la casa di Giovanni Pico. Gli abitanti della città assediata, per non consegnare al nemico i pochi maiali rimasti, li uccisero tutti, e per non sprecare la carne, la affidarono al cuoco Pico. Ebbe la geniale idea di tritare tutta la carne e mescolarla, come era consuetudine nella cucina rinascimentale, con tante spezie. Appena terminata questa operazione, applica il composto sulla pelle delle zampe anteriori del maiale, in modo da conservarle a lungo e cuocerle al momento giusto. Così – conclude la Coldiretti – è nato il prototipo del famoso e ancora attuale prosciutto di Capodanno.

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Poldi Mazzi

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