L’unica tradizione gastronomica italiana è lo sforzo di non morire di fame, secondo gli esperti | Notizia

I media locali e gli agricoltori considerano l’opinione dello storico come un attacco alle tradizioni gastronomiche italiane, molte delle quali sono relativamente nuove o addirittura superate. L’esperto sostiene addirittura provocatoriamente che la cucina italiana è più americana che italiana.

Il quotidiano britannico Financial Times ha parlato con Alberto Grandi, professore all’Università di Parma, il quale ritiene che molte tradizioni della cucina italiana provengano dal presente o siano addirittura inventate. Articolo, apparso nel supplemento del fine settimana del quotidiano, ha suscitato un’ondata di risentimento tra i media e gli agricoltori italiani. Il sindacato degli agricoltori Coldiretti respinge il punto di vista del professore e sostiene che il suo testo sminuisce la cucina tradizionale nazionale”.

Nel suo lavoro accademico, Grandi si concentra sulle origini di molte ricette e cibi italiani. Modifiche famose della pasta come carbonare, che avrebbe origini antichissime, secondo le sue scoperte, è stato creato dopo il 1940. Su questo è d’accordo un altro esperto di storia della gastronomia italiana, Luca Cesari, che definisce la carbonara “un piatto americano nato in Italia”. La prima ricetta sarebbe stata creata per i soldati americani di stanza in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale. Differenti trattamenti della pasta, invece, Fettuccine Alfredoin realtà è originario di Roma, anche se oggi molti italiani la considerano una ricetta non autentica.

Alcuni cibi hanno origini antichissime, ma le loro forme sono molto cambiate. Questo è il caso dei formaggi a pasta dura Parmigiano Reggiano, prodotto nel nord Italia da oltre mille anni. “Fino agli anni ’60 (secolo scorso), una forma di parmigiana pesava solo dieci chilogrammi ed era ricoperta da una crosta nera. “La consistenza è più morbida e grassa”, afferma Grandi. Secondo lui, l’attuale formaggio italiano prodotto in grandi forme del peso di 40 chilogrammi e con la buccia sottile è più simile al parmigiano che i migranti italiani hanno iniziato a produrre nel Wisconsin, in America. “La cucina italiana è davvero più americana che italiana”, ha detto Grandi al FT.

Grandi, tra l’altro, ha sottolineato la sorpresa dei soldati americani impegnati in Italia durante la seconda guerra mondiale nel non trovare pizzerie nelle città della penisola. Il primo ristorante fu fondato nel 1911 a New York. Pizza è diventato un alimento diffuso in tutta Italia solo dopo la seconda guerra mondiale, hanno aggiunto i ricercatori.

Articoli che mettevano in discussione le idee consolidate sulle tradizioni gastronomiche italiane hanno suscitato una grande risposta in Italia. Secondo Sky News, un quotidiano britannico ha “distrutto” la gastronomia italiana, altri hanno parlato di attentati. Il sindacato degli agricoltori Coldiretti mette in guardia dall’impatto economico sulle esportazioni dei prodotti agricoli italiani.

Secondo Grandi, è abituato a reagire bruscamente alle sue affermazioni e scoperte. Nel suo aspetto, ha scherzato dicendo che poteva parlare alla sicurezza solo in pubblico. Il giornale lo descrive come un “riluttante studioso marxista e podcaster”. Grandi però negò di essere un seguace del filosofo di Treviri. Nel suo lavoro accademico fa riferimento allo storico marxista britannico Eric Hobsbawm, che dedicò parte del suo lavoro accademico alla tradizione narrativa e al suo mantenimento artificiale.

Il cibo e la gastronomia sono diventati sempre più popolari negli ultimi anni una componente più forte dell’identità nazionale italiana così come dell’agitazione politica. L’attuale ministro dei trasporti e capo della Lega di estrema destra, Matteo Salvini, ama visitare varie celebrazioni servendo piatti tradizionali e conducendo una campagna per una stretta aderenza alle tradizioni gastronomiche italiane. A livello locale, i politici discutono sulla composizione dei menù nelle mense e nei bar. I politici e gli imprenditori italiani prestarono molta attenzione alle diverse denominazioni di origine protetta e alla loro applicazione.

Un argomento frequente dei sostenitori della vera cucina italiana è che si tratta di un’antica tradizione di antenati. Grandi chiamò questa tendenza “gastronazionalismo” e la respinse. “L’unica tradizione dei loro antenati era quella di cercare di non morire di fame”, ha affermato il docente universitario.

Tonio Vecellio

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