L’Italia definisce il crimine come “omicidio sulla strada”

Roma. Il governo italiano ha ora definito il reato “uccisione stradale”, che sarà incluso nel codice di condotta esistente. La Camera competente del Ministero dei Trasporti ha approvato i relativi progetti. Più giustizia sulle strade e riduzione del numero degli incidenti sono solo due degli obiettivi che la nuova normativa sulla circolazione stradale in Italia punta a raggiungere.

Finora la normativa stradale italiana disciplinava esclusivamente il reato di omicidio colposo previsto dall’articolo 589, punito con la reclusione da due a sei anni o con la pena da tre a dodici anni se la causa dell’incidente mortale è stata l’ubriachezza o l’imposizione di sostanze stupefacenti. o violazione delle norme stradali applicabili. Tuttavia, poiché in entrambi i casi si applicano di solito le pene più basse e le pene comminate vengono anche ridotte per circostanze attenuanti, diversi politici – tra cui il senatore Claudio Moscardelli, uno dei primi firmatari del disegno di legge – insistono sulla necessità di fare più giustizia. permesso per vittime di incidenti stradali.

Il reato di “omicidio stradale” è giuridicamente classificato tra l’omicidio colposo e il reato di omicidio colposo e prevede sanzioni molto più severe. Ciò è particolarmente vero se qualcuno guida un’auto dopo aver bevuto alcolici o fatto uso di droghe, o se guida a una velocità doppia rispetto a quella consentita e provoca un incidente mortale. Anche i conducenti che abbandonano il luogo dell’incidente dovrebbero essere puniti allo stesso modo. L’“omicidio stradale” dovrebbe essere punito con la reclusione da sei a 16 anni. Potrebbero essere previste condanne fino a 21 anni di carcere se più persone muoiono. La riforma legale prevede anche la revoca definitiva della patente di guida se un conducente è stato legalmente condannato per aver commesso un omicidio correlato. (NO)

Marinella Fontana

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