La folla invade le aziende alimentari. Produce molto bene il finto olio d’oliva

Secondo le stime di AD, il valore delle aziende controllate dai gruppi agronomici è aumentato di circa il 30% rispetto all’anno precedente. Secondo le stime del governo, il profitto è stato di circa 21,8 miliardi di euro (circa 500 miliardi di corone), ma si stima che questa stima fosse piuttosto piccola.

Il procuratore Franco Roberti, la cui specialità è la lotta alla mafia, ha ricordato un recente caso che ha scoperto una massiccia frode sull’olio d’oliva compiuta dall’organizzazione mafiosa della ‘Ndrangheta nella regione meridionale italiana della Calabria. Uno dei loro clan familiari, i Piromalli, fornisce agli Stati Uniti petrolio che si ritiene sia il petrolio più prezioso, ma in realtà il petrolio è petrolio avanzato di bassa qualità acquistato a Near Entry.

Hanno inoltre dimostrato all’ispettore che, secondo i suoi sospetti, le cosche avrebbero potuto autorizzare la distribuzione di vari prodotti italiani distrutti. Ad esempio, il clan dei Casalesi, che appartiene all’organizzazione mafiosa Camorra sdlc di Napoli, controlla la maggior parte della produzione e della vendita di mozzarella.

Con la mozzarella, secondo i geometri, il clan delle fosse raggiunge anche i centri commerciali del Sud Italia, che in altri casi è l’intero Paese della ‘Ndrangheta.

Roberti ha fatto un esempio, le strutture mafiose spesso collaborano con diverse società finanziarie. Non li ha nominati, ma ha invitato i deputati a rafforzare il controllo sui flussi finanziari nel settore agricolo e alimentare.

Riportare la mafia alle sue radici

Secondo lui, ad esempio, l’eradicazione di un altro grande business della mafia italiana, il commercio illegale di rifiuti e il loro smaltimento, dovrebbe essere completa. Questo business ora puzza anche in agricoltura, ad esempio, in molti campi vicino a Napoli, che sono contaminati da rifiuti scaricati illegalmente, secondo il governo, i raccolti erano originariamente coltivati.

Il Ministro dell’Interno italiano ha sottolineato che la mafia sta effettivamente tornando alle sue radici storiche. Per secoli lì rafforzarono i padrini e dimostrarono il loro potere non permettendo alle loro mandrie di vagare verso pascoli stranieri e rubando il bestiame. L’accaparramento di terreni agricoli di oggi costituisce un collegamento tra i crimini antichi e quelli più moderni, ha aggiunto.

Tonio Vecellio

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