Dove sono finiti i “soldi neri” del Qatargate?

Sul caso QatarGate ha riferito oggi anche il quotidiano italiano Corriere della Sera, rivelando nuovi fatti sullo scandalo.

Come sottolinea la pubblicazione, la “nobile causa dei diritti umani” è una copertura ipocrita in cui Antonio Panzeri e Francesco Giorgi svolgono il loro vero lavoro con l’ONG Contro l’impunità, vale a dire influenzare le politiche del Parlamento europeo, che è stato reclutato dal Servizi segreti marocchini e personalità del Qatar che hanno fornito loro denaro. Come i 750mila euro sequestrati dalla casa che Georgi divideva con la compagna Eva Kaili, di cui diceva di non sapere nulla. “Si fidava di lei e lei lo ha tradito”, ha detto l’avvocato dell’eurodeputato Michalis Dimitrakopoulos dopo il suo incontro di ieri nella prigione di Haren.

Le autorità belghe, che hanno avviato l’inchiesta, ritengono che “diversi milioni di euro” siano partiti dal Marocco e dal Qatar per evitare iniziative politiche che potessero danneggiare l’immagine di quei Paesi, che non sempre sono stati all’avanguardia nel rispetto dei diritti umani.

“Cosa è successo a (questi soldi)? La risposta arriva da un rapporto di 007 che per mesi ha tenuto d’occhio Pancheri e Giortzi, che “collaboravano” con l’eurodeputato Andreas Cotsolinos (cancellato dal Pd). Giorgi vuole investire in immobili. Pancheri ha utilizzato i soldi in due modi: per mantenere un tenore di vita superiore al suo reddito e per pagare persone “ai vertici del mondo istituzionale europeo”. Chi fossero e quanto hanno preso non è chiaro”, ha riferito il Corriere della Sera.

I giudici sospettano che sia successo qualcosa anche a Nikolos Figa-Talamanca, segretario della Ong Non c’è pace senza giustizia, che è stato arrestato e ha acquistato a Cervinia per 230.000 euro un appartamento confiscato su richiesta del giudice Michel Claise, nonostante la sua gli avvocati hanno dimostrato come ha preso il mutuo è di 200.000 euro e il resto viene dalla sua famiglia.

L’inchiesta parla di “una rete che ha corrotto ricevendo istruzioni dall’agente marocchino Mohamed Belharatse tramite l’ambasciatore di Rabat a Varsavia, Abderrahim Atmoun, la stessa persona che ha pagato il ‘progetto’ a Pancheri e Giorgi”. Interrogato a lungo, Giorgi ha rivelato che per l’ordine e il denaro dal Qatar c’era un “algerino”, che lo metteva in contatto con un palestinese in Turchia, il quale lo ha trasferito a qualcuno in Belgio. Ma quanti soldi sono? “Gli importi variano, difficili da contare, decidono loro.” Quando è in azione, Giorgi è attento a non lasciare tracce.

“Quando siamo andati a prendere i soldi, abbiamo detto che avremmo preso un ‘abito'”

Lo stesso sistema è seguito con il Marocco attraverso l’ambasciatore in Polonia, Abderrahim Atmoun, persona ritenuta legata al servizio di Rabat, che “trasporta denaro di tanto in tanto, ma non regolarmente. L’importo è di diverse decine di migliaia di euro. Stimo l’importo totale in 50.000 euro”, ha detto, aggiungendo che “verrà a Bruxelles o andremo a Parigi, nel suo appartamento. Quando siamo andati a prendere i soldi, abbiamo detto che avremmo preso una cravatta o un vestito (completo).”

Alla fine è emersa un’analoga attività filo-mauritana, per cui a Giorgi sarebbe stato pagato un affitto, apparentemente fittizio, per il suo appartamento di 1.500 euro al mese più 300 di canone, mentre Pancheri avrebbe incassato “25.000 euro in contanti”.

Settimio Lombardi

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