Amiamo l’Italia: 10+1 auto sportive iconiche dei suoi vicini

Non si sa quante 5300 GT Strada siano state costruite in totale – si dice che siano tra 100 e 149, con il numero più probabile che sia 133 – principalmente per scopi agonistici – che era la passione di Bizzarrini (foto imgur).

L’Italia lo ha prodotto alcune delle auto sportive più iconiche. Sai perché; Perché mentre altri privilegiano la funzionalità rispetto al design (le tre “F” di Form Follows Function), gli italiani lasciano sempre che siano il cuore e l’emozione a guidare il design. Produce auto bellissime e senza tempo. Ecco la mia Top 10 (+1).

# 10 Strano 5300GT Strada (1964-68)

Sebbene progettata alla Bertone da Giorgetto Giugiaro, la 5300 GT di Giotto Bizzarrini era apparentemente un’auto stradale (da cui il nome Strada), le sue specifiche erano quelle di un’auto da corsa. Con una carrozzeria in alluminio, realizzata dalla BBM di Modena, un 5.3 V8 della Chevrolet da 355 a 400 cavalli e un cambio manuale a 4 marce della Borg-Warner, raggiungeva la velocità di 290 km/h, una cifra inimmaginabile per un’auto “normale” a quel tempo.


È incredibile che Zonda abbia già 21 anni! È stata presentata al Salone di Ginevra nel marzo 1999 (foto in pixel dell’auto).

#9 Pagani Zonda C12S (1999-19)

L’argentino Horacio Pagani, ex Lamborghini, creò la Zonda, la sua prima supercar, “per riflettere la filosofia di Leonardo da Vinci: che arte e scienza sono concetti correlati”. Con un peso di soli 1.250 kg, la carrozzeria in fibra di carbonio ospita un V12 Mercedes da 6 litri da 399 CV e un cambio manuale a 6 marce.


Iso deriva da “Isothermos”, il nome dell’azienda di Renzo Rivolta, che originariamente produceva frigoriferi – e la piccola Isetta divenne poi nota come BMW Isetta (rivista fotografica lowdown).

N. 8ISO Grifo (1965-74)

Presentata al Salone di Torino del 1963. Alimentata dal 5.3 V8 da 340 CV della Chevrolet Corvette, utilizzato dalla precedente Iso Rivolta – e dalla 5300 GT Strada. Era normale che gli italiani usassero macchine americane “antiproiettile”. E questo, come la Strada, è un progetto Giugiaro, quindi assomiglia alle parti meccaniche gestite da Giotto Bizzarrini – prima che Rivolta e Bizzarrini ci armeggiassero. Furono costruiti oltre 400 Grifo, di cui 90 allora da 7 litri, dagli anni ’70 in poi.


Contrariamente alle preferenze motoristiche americane dell’epoca, il motore a 6 cilindri in linea della 3500 GT fu la creazione dell’ingegnere capo Giulio Alfieri e un’evoluzione dell’auto da corsa Maserati 300 S del 1955 (foto di Ultimate Car Page).

#7Maserati 3500GT (1957-64)

Dopo i successi in F1 tra il 1950 e il 1957, la Maserati si concentrò sulle vetture Gran Turismo, con la 3500 GT presentata nel 1957 a Ginevra. Aveva un motore 6 cilindri 3.5 da 220 cavalli e cambio manuale a 4 marce. La carrozzeria della coupé in alluminio fu costruita dalla Carrozzeria Touring, mentre la 3500 GT Spyder decappottabile del 1959 fu progettata da Michelotti della Carrozzeria Vignale.


Secondo Gandini, “Countach”, un’esclamazione piemontese di ammirazione (come “oh mio!”) e un nome che si discosta dal tradizionale nome da toro per Lamborghini, è iniziato in fase di produzione come uno scherzo – e si è fermato perché suonava, lui detto, in buon inglese (foto a massima velocità).

#6 lamborghini L.P400 contare (1974-90)

Monoscocca in alluminio, silhouette a cuneo, ampio parabrezza, porte ad “ali di gabbiano”, finestrini laterali quasi orizzontali e posteriore da astronave. Mai prima d’ora un’auto di serie era stata così. Progettata da Marcello Gandini, con il collaudato motore 3.9 V12 di Giotto Bizzarrini (sì, anche quello) che era utilizzato anche dalla precedente Miura, ma con meno cavalli (375 cavalli contro 385 dell’ultima Miura P400SV).


La Lancia Stratos HF (HF per Alta Fedeltà come nella Fulvia Coupé HF) è considerata la prima vettura da rally appositamente costruita. Nella versione da corsa vinse tre Campionati del Mondo Costruttori nelle mani di Munari, Waldegard, Andruet, Darniche et al. (Foto di Car Scoop).

#5 Anziano Stratos HF Stradale (1973-78)

Si dice che l’idea di produrre un’auto sportiva Lancia sia venuta a Sandro Fiorio, PR del marchio, e suo figlio Cesare, il capo della sua squadra corse, dopo aver visto il prototipo Stratos Zero di Bertone al Motor Show di Torino del 1970. L’obiettivo era quello di rivitalizzare la gamma di modelli di produzione e rafforzare la squadra corse. Così, un anno dopo, nello stesso Salone, venne presentato un altro prototipo, la Lancia Stratos HF che nella sua versione di serie sarebbe stata spinta dal motore 2.4 V6 della Ferrari Dino 246.


La F40, evoluzione della moribonda 288 GTO Evoluzione e prima Ferrari con una velocità massima di oltre 320 km/h, fu l’ultima vettura approvata per la produzione da Enzo Ferrari (foto Ferrari).

#4 Ferrari F40 (1987-92)

La F40, disegnata da Pininfarina, è stata creata (in soli 13 mesi) per celebrare il 40° anniversario del marchio. Realizzata in materiali sintetici, pesa appena 1.100 kg ed è spinta da uno dei migliori motori Ferrari: il biturbo 2.9 V8 della 288 GTO Evoluzione semi-racing del ’86, valutato, a F40, da 484 cavalli – in pratica, è si dice, più da 500.


La Miura cominciò a essere costruita dagli ingegneri Lamborghini di notte, nel tempo libero, contro il volere di Ferruccio Lamborghini che preferiva una GT tradizionale (foto Lambo Cars).

#3Lamborghini Miura (1966-73)

Progettata sempre da Marcello Gandini, la Miura, la prima vera supercar, con i suoi 350 cavalli V12 centrale e trasversale da 3,9, fu una rivoluzione nel design. Togliete la posizione di guida del Pianeta delle Scimmie e l’ergonomia degli interni, con tachimetro e contagiri, ad esempio, così distanti che bisognerebbe essere Marty Feldman per intravederli. Tuttavia, la Miura è sia una svolta tecnologica che un’opera d’arte.


Nel 1968 la 33 Stradale divenne l’auto più costosa del mondo. In Italia costa 9.750.000 sterline, due milioni in più della Miura. Oggi, uno dei 18 oggetti estremamente rari, vale più di 10 milioni di dollari (foto di Memorable Cars).

#2 Alfa Romeo 33 Stradale (1967-68)

La versione stradale della Tipo 33 da corsa dell’Autodelta, con carrozzeria in alluminio disegnata da Franco Scaglione, V8 da 2 litri, 230 cavalli e cambio a 6 marce (come sulla 33 da corsa) fu costruita, presso la Carrozzerria Marazzi di Milano, per creare, si dice , Il know-how racing dell’Alfa Romeo è “accessibile” al pubblico. OK, sei entrato con un osso (è uscito con un estrattore), ma lo compreresti, diciamo ora, solo per vederlo.


Nonostante il regolamento FIA che, per “omologare” la vettura per le gare GT Gr. 3 dell’epoca, richiedendone almeno 100 per essere realizzati, la Ferrari, tipicamente italiana, ne fece solo 39, ma le numerò da 1 a 100, “saltando” i numeri e ingannando gli ispettori FIA (foto Bonhams).

Ferrari numero 1 250 GTO (1962-64)

Forse la GT semi-da corsa più bella e sicuramente l’oggetto da collezione più costoso oggi, perché nell’agosto del 1918 in California, una GTO del ’62 fu venduta all’asta per 48,4 milioni di dollari. 250 è la cilindrata, in centimetri cubi, di ciascun cilindro del V12 da 3 litri della GT, mentre GTO sta per Gran Turismo Omologato.


Dopo le due vittorie alla Mille Miglia della 8C 2900A nel ’36 e nel ’37, la 8C 2900B ottenne altre due vittorie, nel ’38 e nel ’47. Nessun’altra Alfa Romeo ha trionfato alla MM come la 8C 2900. In loro onore, l’azienda ha presentato nel 2007 l’Alfa 8C Competizione (foto Ultimate Car Page).

#+1 Alfa Romeo 8C 2900B MM Tour Ragno (1937-38)

Anche la 8C 2900B, evoluzione della 8C 2900A costruita, in sei parti, appositamente per la Mille Miglia (da cui il nome MM), nasce per le corse, e ancor più per questa corsa. L’Alfa Romeo costruì un totale di 32 8C 2900B, principalmente alla Carrozzeria Touring. Il motore è un 8 cilindri in linea 2.9 da 180 cavalli (invece dei 220 della 8C 2900A) abbinato ad un cambio manuale a 4 marce.

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Benigna Rosiello

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