È morto all’età di 108 anni il grande scrittore, intellettuale e sopravvissuto ai campi di concentramento nazista Boris Pahor, nato a Trieste ma che scriveva nella sua lingua, lo sloveno, combattendo per la sua confessione.
Nato a Trieste nel 1913, Pahor è considerato il più importante scrittore sloveno con cittadinanza italiana e una delle voci più importanti contro i campi di concentramento nazisti – oggetto del suo libro Necropolis, in cui racconta le sue esperienze nei campi di concentramento.
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Pahor ha scritto anche della discriminazione contro la minoranza slovena a Trieste da parte del regime fascista.
Ha scritto circa 30 libri, che sono stati tradotti in dozzine di lingue, tra cui “Omelia proibita” (in greco dalla pubblicazione Metaichmio).
Necropola è stato pubblicato per la prima volta in sloveno in Italia nel 1967 ed è stato pubblicato solo in italiano nel 2007.
Oltre alle sue opere letterarie, Pahor è noto per i suoi contributi sociali e il coinvolgimento in politica.
Ha ricevuto il Premio Prešeren, il più alto riconoscimento per i risultati culturali in Slovenia, e l’Accademia slovena delle scienze e delle arti lo ha nominato per il Premio Nobel per la letteratura.
Nel 2013, quando aveva 100 anni, è stato premiato dal Parlamento Europeo, in una cerimonia speciale in Slovenia.
Fonte: RES-MPE
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