Salvini non ha bisogno di andare in tribunale per la dichiarazione sul capitano della barca dei migranti. Il Senato italiano non lo ha estradato per essere processato su iRADIO

Il vice primo ministro italiano Matteo Salvini non comparirà in tribunale per le dichiarazioni rese contro il capitano della nave di migranti Carola Rackete. Il Senato italiano giovedì ha rifiutato di estradarlo con l’accusa penale di diffamazione, ha riferito l’ANSA. Secondo la maggioranza Salvini ha espresso solo le sue opinioni protette dall’immunità parlamentare. I deputati dell’opposizione si sono espressi contro questo fatto, affermando che il leader della destra della Lega non ha criticato il capitano tedesco, ma lo ha insultato.




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Salvini ha dedicato al capitano una serie di post spiacevoli sui social | Foto: Flavio Lo Scalzo | Fonte: Reuters

Le dichiarazioni che lo hanno portato all’accusa di grave diffamazione sono state rilasciate da Salvini nell’estate del 2019, quando era ministro dell’Interno. Rackete era al comando di una nave dell’organizzazione tedesca Sea Watch, che salva i migranti nel Mar Mediterraneo. All’epoca Salvini tentò di vietare l’attracco nei porti italiani alle navi delle organizzazioni umanitarie.


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Rackete decise di non obbedire al divieto e salpò con la sua barca fino al porto dell’isola di Lampedusa. Durante la manovra è stato preso contatto con la nave della guardia di finanza. In quell’occasione Salvini dedicò al capitano una serie di post spiacevoli sui social. Ad esempio, la chiamava “pidocchio tedesco”, “ricco truffatore tedesco” o “donna vanagloriosa”.

Mercoledì la sessione plenaria del Senato ha deciso che queste dichiarazioni sono protette dall’immunità parlamentare. Il più grande partito politico dell’opposizione non è d’accordo con questo. “Le parole pronunciate da Matteo Salvini contro Carola Rackete non erano un’opinione, ma un insulto”, ha detto il senatore del Pd, all’opposizione, Alfredo Bazoli. Anche l’avvocato di Rackete, Alessandro Gamberini, non è d’accordo con la decisione del Senato.

Secondo il Corriere della Sera, Rackete rischia di essere accusato penalmente per le sue azioni a Lampedusa. La Marina tedesca, ad esempio, fu accusata di “opporsi e attaccare navi da guerra”. Tuttavia, un tribunale italiano alla fine lo ha assolto. Secondo la Corte Suprema, le sue azioni soddisfacevano solo gli obblighi previsti dal diritto internazionale in materia di salvataggio in mare.


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Salvini ha fatto la parte della vittima in altri due processi per diffamazione. L’imputato in entrambi i casi è lo scrittore Roberto Saviano, che non gode dell’immunità parlamentare per le sue dichiarazioni.

Davanti al tribunale ha spiegato le ragioni per cui ha definito “feccia” Salvini e l’attuale premier Giorgia Meloni per le dichiarazioni dei due politici di destra riguardo al salvataggio dei migranti in mare. Saviano è stato sostenuto da rappresentanti dell’opposizione e da organizzazioni che tutelano la libertà di stampa.

In un altro processo, uno scrittore divenuto famoso per il suo libro Gomorra sulla mafia napoletana è stato accusato di diffamazione per aver definito pubblicamente Salvini il “ministro del crimine”.

L’autore commenta che Salvini è stato sostenuto alle elezioni del Senato in Calabria da persone che l’autore ritiene vicine alla criminalità organizzata. Ha anche criticato Salvini per aver definito l’immigrazione clandestina il più grande problema di sicurezza in questa regione dell’Italia meridionale, dove ha le sue radici la mafia più potente d’Italia, la ‘Ndrangheta.

Anche la diffamazione o la calunnia grave è un reato penale in Italia, che comporta il rischio fino a tre anni di reclusione.

CTK

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Tonio Vecellio

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