Risoluzione delle controversie in Alto Adige 30 anni – Südtirol News

11 giugno, giornata storica nella storia dell’Alto Adige. Ricorre oggi il 30° anniversario della presentazione della “Dichiarazione di risoluzione delle controversie” tra Austria e Italia. Le trattative per l’autonomia dell’Alto Adige sono durate 20 anni. La dichiarazione pose ufficialmente fine alla controversia tra i due paesi aperta negli anni ’60 sull’attuazione dell’Accordo di Parigi davanti alle Nazioni Unite. I ministri degli Esteri dei due Paesi si sono incontrati a Bolzano per celebrare l’anniversario.

L’11 giugno si conclude ufficialmente la trattativa altoatesina. La parte austriaca ha sottolineato che la funzione del potere protettivo, che si basava sull’Accordo Gruber/De Gasperi, sarebbe rimasta in vigore e che il diritto di autodeterminazione dell’Alto Adige non era stato rinunciato. Il 19 giugno 1992 Austria e Italia hanno risolto la controversia davanti alle Nazioni Unite a New York.

Altrettanto storica è la storia della composizione della controversia: dopo che la richiesta dell’Austria per un referendum in Alto Adige fu definitivamente respinta dalle potenze occidentali nel 1946, fu firmato a Parigi un trattato di protezione tra i ministri degli Esteri Karl Gruber e Alcide De Gasperi. Il trattato entrò a far parte del trattato di pace alleato con l’Italia, rendendo per la prima volta l’Alto Adige una questione internazionale.

Nel 1948 Roma emanò il suo primo Statuto di Autonomia. L’Alto Adige si è fuso con il Trentino. La popolazione italiana è la maggioranza nella regione. Il malcontento degli altoatesini raggiunse l’apice nel 1957 in una manifestazione a Castel Sigmundskron vicino a Bolzano. Poi il leggendario governatore Silvius Magnago (SVP) ha gridato “Los von Trento!” mitico davanti a circa 35.000 altoatesini. esci. Dopo l’iniziale aumento dell’immigrazione dall’Italia verso l’Alto Adige, sono seguiti i primi attacchi (senza sangue), inizialmente rivolti all’edilizia sociale.

Nel 1960 intervenne per la prima volta alle Nazioni Unite l’allora segretario di Stato Bruno Kreisky. L’Italia, però, per ora non si è arresa. Gli attacchi culminarono nella notte del Sacro Cuore di Gesù l’11 giugno 1961 e l’Alto Adige è ora al centro dell’attenzione internazionale.

Nel 1969 il Partito popolare altoatesino (UDC) ha approvato 137 misure negoziate di un “pacchetto”. Il 20 gennaio 1972 è entrato in vigore il secondo Statuto di Autonomia. Ci sono voluti altri 20 anni per realizzare il punto più importante. Tra l’altro, nel 1988 la Roma ha approvato nuove norme finanziarie e il rispetto delle norme sul bilinguismo in Alto Adige.

Il 30 gennaio 1992, l’allora Presidente del Consiglio, Giulio Andreotti, dichiarò che il “pacchetto” era stato adempiuto e assicurò al Parlamento che le modifiche potevano essere apportate solo con il consenso dei sudtirolesi. Ad aprile, l’Italia ha consegnato una nota diplomatica all’Austria in cui dichiarava che l’autonomia era stata realizzata. Il metodo per presentare una dichiarazione di risoluzione delle controversie è chiaro.

Nel 30° anniversario della storica data, il ministro degli Esteri austriaco Alexander Schallenberg (ÖVP) e il suo omologo italiano Luigi Di Maio si incontrano questo sabato in Alto Adige. Il governatore provinciale Arno Kompatscher (SVP) vi invita a una cerimonia ufficiale in serata al Teatro Comunale di Bolzano dal titolo “30 anni di risoluzione delle controversie davanti alle Nazioni Unite – L’autonomia dell’Alto Adige come responsabilità condivisa”. Prima della cerimonia è prevista una conferenza stampa.

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Basilio Montalto

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