Secondo il rapporto BES (acronimo italiano di “Prosperità giusta e sostenibile”) presentato al Parlamento italiano, la guerra in Ucraina ha causato problemi nel corso della ripresa dell’Italia.
I risultati forniscono un quadro generale dei 12 indicatori di prosperità – compreso il turismo – analizzati in termini di evoluzione nei due anni della pandemia, con il 2020 descritto come “anno di shock” e il 2021 come anno di ripresa economica e occupazione.
Rispondendo alla pertinente domanda ERT sull’effetto del calo dei turisti russi in Italia, il presidente dell’Istituto statistico italiano (Istat), il professor Gian Carlo Blangiardo, ha risposto che nel 2018 “i russi sono i turisti con l’esborso più alto possibile, perché la media il consumo è di circa 145 euro al giorno”.
“Nel 2019 si sono classificati al 4° posto per la loro sistemazione in hotel di lusso o di lusso, oltre il 40% dei turisti russi”, ha aggiunto il professore.
“Il turismo di origine russa è stato una fonte viva di domanda negli ultimi dieci anni, raggiungendo quasi 8 milioni di persone nel 2013”, afferma il rapporto.
“La prima crisi ucraina del 2014, con le conseguenze delle sanzioni finanziarie e della svalutazione del rublo, ha ridotto la presenza della Russia in Italia, che però si sta riprendendo dal 2017, raggiungendo nel 2019 circa 6 milioni di visitatori”. un’emergenza sanitaria, le presenze sono scese a circa un milione nel 2020 e ulteriormente ridotte nel 2021 a circa il 40%”.
“Questo è un elemento molto importante”, ha detto Blangiardo, “perché il turismo è destinato a soffrire della sua assenza”.
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