Sembra che stia combattendo contro i mulini a vento. L’enologo italiano vende vino con la controversa etichetta da più di un decennio. Tuttavia, non è stato multato ed è stato comunque felice di vendere i suoi prodotti. Allo stesso tempo, il vino etichettato Adolf Hitler e Benito Mussolini veniva regolarmente venduto anche nelle stazioni di servizio di molte città. A quanto pare, l’enologo esporta queste bottiglie in grandi quantità anche negli Stati Uniti, dove diverse entità ne sono interessate.
L’americano Michael Hirsch, un avvocato di Filadelfia, si è lamentato con i media locali che un supermercato vicino al suo hotel vendeva questo vino.
Questo era un chiaro slogan neonazista e ci ha fatto riflettere molto su come dovremmo avvicinarci alla comunità locale. Alcune bottiglie contengono Adolf Hitler con la mano destra alzata, altre contengono il suo ritratto luminoso. “Ein Volk, Ein Reich, Ein Führer (Una nazione, un regno, un leader)”, ha detto Hirsch.
Il ministro italiano per l’Integrazione, Andrea Riccardi, ha risposto molto rapidamente con una dichiarazione ufficiale: “Voglio assicurare ai nostri amici americani in visita nel nostro Paese che la nostra costituzione e la nostra cultura rifiutano il razzismo, l’antisemitismo, il nazismo e il fascismo. Ciò insulta la memoria di milioni di persone. persone e mettono a rischio l’immagine dell’Italia all’estero”.
Moglie dalla Cecoslovacchia
Hirsch stava viaggiando nel nord Italia con sua moglie Cindy e si è lamentato con un impiegato del supermercato quando ha visto le bottiglie.
“Mi ha detto che era solo storia, come Mussolini o Che Guevara. Ho posato la bottiglia e sono uscito dal negozio”, ha aggiunto Hirsch, la cui moglie è nata in Cecoslovacchia e aveva prestato servizio nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, dove vivevano molti. uno dei suoi parenti ha esalato il suo ultimo respiro.
“Sono rimasta scioccata. Non era solo un insulto agli ebrei, era un insulto all’umanità in generale”, ha detto Cindy Hirsch.
L’investigatore Mario Giulio Schinaia ha spiegato all’ANSA che l’unico reato imputabile al viticoltore è quello di aver negato i reati di fascismo. Ha aggiunto che, in questo contesto, è opportuno includere nel reato la stupidità umana.
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