L’Italia lo ha prodotto alcune delle auto sportive più iconiche. Sai perché; Perché mentre altri privilegiano la funzionalità rispetto al design (le tre “F” di Form Follows Function), gli italiani lasciano sempre che siano il cuore e l’emozione a guidare il design. Produce auto bellissime e senza tempo. Ecco la mia Top 10 (+1).
# 10 Strano 5300GT Strada (1964-68)
Sebbene progettata alla Bertone da Giorgetto Giugiaro, la 5300 GT di Giotto Bizzarrini era apparentemente un’auto stradale (da cui il nome Strada), le sue specifiche erano quelle di un’auto da corsa. Con una carrozzeria in alluminio, realizzata dalla BBM di Modena, un 5.3 V8 della Chevrolet da 355 a 400 cavalli e un cambio manuale a 4 marce della Borg-Warner, raggiungeva la velocità di 290 km/h, una cifra inimmaginabile per un’auto “normale” a quel tempo.
#9 Pagani Zonda C12S (1999-19)
L’argentino Horacio Pagani, ex Lamborghini, creò la Zonda, la sua prima supercar, “per riflettere la filosofia di Leonardo da Vinci: che arte e scienza sono concetti correlati”. Con un peso di soli 1.250 kg, la carrozzeria in fibra di carbonio ospita un V12 Mercedes da 6 litri da 399 CV e un cambio manuale a 6 marce.
N. 8ISO Grifo (1965-74)
Presentata al Salone di Torino del 1963. Alimentata dal 5.3 V8 da 340 CV della Chevrolet Corvette, utilizzato dalla precedente Iso Rivolta – e dalla 5300 GT Strada. Era normale che gli italiani usassero macchine americane “antiproiettile”. E questo, come la Strada, è un progetto Giugiaro, quindi assomiglia alle parti meccaniche gestite da Giotto Bizzarrini – prima che Rivolta e Bizzarrini ci armeggiassero. Furono costruiti oltre 400 Grifo, di cui 90 allora da 7 litri, dagli anni ’70 in poi.
#7Maserati 3500GT (1957-64)
Dopo i successi in F1 tra il 1950 e il 1957, la Maserati si concentrò sulle vetture Gran Turismo, con la 3500 GT presentata nel 1957 a Ginevra. Aveva un motore 6 cilindri 3.5 da 220 cavalli e cambio manuale a 4 marce. La carrozzeria della coupé in alluminio fu costruita dalla Carrozzeria Touring, mentre la 3500 GT Spyder decappottabile del 1959 fu progettata da Michelotti della Carrozzeria Vignale.
#6 lamborghini L.P400 contare (1974-90)
Monoscocca in alluminio, silhouette a cuneo, ampio parabrezza, porte ad “ali di gabbiano”, finestrini laterali quasi orizzontali e posteriore da astronave. Mai prima d’ora un’auto di serie era stata così. Progettata da Marcello Gandini, con il collaudato motore 3.9 V12 di Giotto Bizzarrini (sì, anche quello) che era utilizzato anche dalla precedente Miura, ma con meno cavalli (375 cavalli contro 385 dell’ultima Miura P400SV).
#5 Anziano Stratos HF Stradale (1973-78)
Si dice che l’idea di produrre un’auto sportiva Lancia sia venuta a Sandro Fiorio, PR del marchio, e suo figlio Cesare, il capo della sua squadra corse, dopo aver visto il prototipo Stratos Zero di Bertone al Motor Show di Torino del 1970. L’obiettivo era quello di rivitalizzare la gamma di modelli di produzione e rafforzare la squadra corse. Così, un anno dopo, nello stesso Salone, venne presentato un altro prototipo, la Lancia Stratos HF che nella sua versione di serie sarebbe stata spinta dal motore 2.4 V6 della Ferrari Dino 246.
#4 Ferrari F40 (1987-92)
La F40, disegnata da Pininfarina, è stata creata (in soli 13 mesi) per celebrare il 40° anniversario del marchio. Realizzata in materiali sintetici, pesa appena 1.100 kg ed è spinta da uno dei migliori motori Ferrari: il biturbo 2.9 V8 della 288 GTO Evoluzione semi-racing del ’86, valutato, a F40, da 484 cavalli – in pratica, è si dice, più da 500.
#3Lamborghini Miura (1966-73)
Progettata sempre da Marcello Gandini, la Miura, la prima vera supercar, con i suoi 350 cavalli V12 centrale e trasversale da 3,9, fu una rivoluzione nel design. Togliete la posizione di guida del Pianeta delle Scimmie e l’ergonomia degli interni, con tachimetro e contagiri, ad esempio, così distanti che bisognerebbe essere Marty Feldman per intravederli. Tuttavia, la Miura è sia una svolta tecnologica che un’opera d’arte.
#2 Alfa Romeo 33 Stradale (1967-68)
La versione stradale della Tipo 33 da corsa dell’Autodelta, con carrozzeria in alluminio disegnata da Franco Scaglione, V8 da 2 litri, 230 cavalli e cambio a 6 marce (come sulla 33 da corsa) fu costruita, presso la Carrozzerria Marazzi di Milano, per creare, si dice , Il know-how racing dell’Alfa Romeo è “accessibile” al pubblico. OK, sei entrato con un osso (è uscito con un estrattore), ma lo compreresti, diciamo ora, solo per vederlo.
Ferrari numero 1 250 GTO (1962-64)
Forse la GT semi-da corsa più bella e sicuramente l’oggetto da collezione più costoso oggi, perché nell’agosto del 1918 in California, una GTO del ’62 fu venduta all’asta per 48,4 milioni di dollari. 250 è la cilindrata, in centimetri cubi, di ciascun cilindro del V12 da 3 litri della GT, mentre GTO sta per Gran Turismo Omologato.
#+1 Alfa Romeo 8C 2900B MM Tour Ragno (1937-38)
Anche la 8C 2900B, evoluzione della 8C 2900A costruita, in sei parti, appositamente per la Mille Miglia (da cui il nome MM), nasce per le corse, e ancor più per questa corsa. L’Alfa Romeo costruì un totale di 32 8C 2900B, principalmente alla Carrozzeria Touring. Il motore è un 8 cilindri in linea 2.9 da 180 cavalli (invece dei 220 della 8C 2900A) abbinato ad un cambio manuale a 4 marce.
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