Nikos Vamvakoulas ha commentato su SPOR FM 94.6 la prestazione della nazionale greca nell’ultima partita di qualificazione a Euro 2020 e la sconfitta dell’Italia allo Stadio Olimpico.
Il difensore veterano dell’Olympiacos, che attualmente lavora come osservatore per il Pireo, sostiene che l’attuale allenatore dei “biancoblu” è semplicemente sfortunato, parlando anche delle differenze tra la nazionale del 1980 e quella di oggi, così come la squadra di Pedro Martins e della Club Academy.
Nel dettaglio cosa ha detto Nikos Vamvakoulas all’evento “Kids for…Oscar”.
Sulle sconfitte consecutive della Grecia contro Italia e Armenia e se la colpa è dell’allenatore: “L’allenatore non ha gestito bene la squadra. Ma la colpa non è solo di Anastasiades. Non c’era passione né forza. Ovviamente il primo responsabile è stato lui, ma anche i giocatori hanno una responsabilità. Cosa hanno fatto “Non abbiamo visto qualcosa di speciale in loro. Non hanno dato tutto né all’Italia né all’Armenia. Un errore ha portato a un altro errore nella selezione di Angel. Questa è una squadra che non ha pace, c’è confusione”.
Se la Grecia potrà giocare con Anastasiades fino alla fine delle qualificazioni o se sarà davvero necessario un cambio di allenatore: “Penso che Angelos Anastasiadis con l’impostazione della squadra e le dichiarazioni che ha fatto non abbia avuto successo in nazionale.”
Per la dichiarazione di Papastathopoulos: “Quello che mi dà fastidio è che dopo una sconfitta diamo tutta la colpa all’allenatore. Potrebbe aver commesso un “reato”, cosa fanno i calciatori? O esci allo scoperto quando finisce il reclutamento e dici direttamente che l’allenatore non lavora per me, altrimenti non dici niente di gioco di parole. “Risolverò” anch’io. Tu sei il leader… Devi vedere come gestirai questa situazione. Ognuno deve fare quello che può, come Rehagel abbiamo detto che siamo bravi a difendere, quindi questa sarà la nostra partita e ognuno conosce il proprio ruolo”.
Sulle differenze tra la nostra Nazionale degli anni ’80 e la Nazionale di oggi: “Abbiamo anche subito tante sconfitte, ma il calcio in Grecia non è professionistico al 100%. Ascoltare l’inno nazionale fa venire la pelle d’oca, noi siamo fatti così. Bisogna entrare e dare tutto. Oggi non lo vedo” Invece di approfittare del successo del 2004, facciamo un passo avanti e due indietro…”.
Per il trasferimento dell’Olympiacos: “Marinakis ama moltissimo l’Olympiakos, lo considera suo figlio. Non lo lascerà mai così. Non aspetta i soldi della Champions League per fare un trasferimento. Sappi che farà 4-5 mosse di destra sostanza, che si “legherà” con la radice C’è”.
La maggior parte del: “Questo fa bene alla competitività del campionato. Nessuna squadra può qualificarsi facilmente e assicurarsi il titolo iridato. Ci sarà grande interesse per il derby, anche se il campionato si decide in provincia. Lì la squadra ti aspetta per fare la storia.”
Per le accademie greche e soprattutto per l’Olympiakos: “Ho superato tante generazioni di calciatori. I talenti che esistono sia nelle grandi squadre che in provincia non ci sono. Vi ricordate quanti giocatori ha prodotto il Panathinaikos qualche anno fa? L’Olympiacos ha i migliori talenti in Grecia in questo momento Anche il PAOK sta facendo qualcosa, hanno una buona squadra, ma non basta. Ai miei tempi c’era più talento. Ci vuole “cuore” per competere ad alto livello. Adesso manca, soprattutto perché hanno nessun posto dove suonare ogni giorno fuori dall’accademia… al 5X5, al 3X3, dove?”
A cura di: Diomede Silverdis
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