L’attività del caseificio Fattorie Marchigiane viene interrotta e il direttore della produzione sostituito.
In seguito al sequestro di 200 tonnellate di latte e prodotti lattiero-caseari per contraffazione, presso l’azienda lattiero-casearia italiana Fattorie Marchigiane di Colli al Metauro, sua società madre Trevalli Cooperlat cessa l’attività casearia. È il terzo gruppo lattiero-caseario italiano con 10 marchi, 14 certificazioni di qualità, tre stabilimenti nelle Marche con 500 dipendenti e un fatturato di circa 245 milioni di euro.
L’annuncio della società recitava: “Si è deciso di sospendere le attività dello stabilimento di Colli al Metauro, per consentire attività di verifica ed eventuale ripristino dell’impianto produttivo e dell’intera struttura, affinché ogni operazione possa essere riportata al massimo delle sue capacità e potenzialità nel più breve tempo possibile, garantendo la pulizia generale dell’ambiente produttivo e del prodotto finale”. Sempre secondo il Corriere Adriatico, il direttore di produzione è stato licenziato: “nell’ambito della riorganizzazione della controllata Fattorie Marchigiane, è stato nominato Giampaolo Lizzi nuovo Direttore di Produzione, che sarà responsabile degli stabilimenti Colli Al Metauro e Amandola con particolare responsabilità anche per la sicurezza e il controllo qualità”.
L’audit dell’Autorità è stato disposto dalla Procura di Pesaro, a seguito delle denunce di attività fraudolente avanzate da due ex dipendenti. I reclami parlano di utilizzo soda caustica e acqua ossigenata per arrestare il processo di acidificazione latte interrompendo la carica batterica. Oltre ai latticini, le autorità hanno sequestrato anche grandi quantità di soda caustica e perossido di idrogeno. In totale sono state sequestrate circa 90 tonnellate di latte e 110 tonnellate di latticini, oltre a circa 2,5 tonnellate di materiale utilizzato per la contraffazione, per un valore complessivo di poco inferiore agli 800mila euro.
Al sequestro è seguito il richiamo delle pizze con mozzarella vendute con i marchi TreValli, Migali e Regina. La motivazione addotta era: “sospetto di elevato contenuto batterico nelle materie prime e sospetto dell’uso di materiali non approvati “. Il prodotto in questione è venduto in confezioni da 1 kg e 2,5 kg con i numeri di lotto L2411300, L2411400 e L2411500 nonché 22/05/2024, 23/05/2024 e 24/05/2024.
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