Politica di asilo: i richiedenti asilo portati in Albania ritorneranno in Italia

A seguito della decisione del tribunale, i primi dodici richiedenti asilo precedentemente portati in Albania sono ora tornati in Italia. Gli uomini sono stati i primi ad essere portati in un centro di asilo in Italia per ordine del governo italiano di estrema destra. Albania da lì per esaminare le loro domande di asilo. Un tribunale italiano ha bloccato l’azione.

Gli uomini sono ora arrivati ​​su una nave della Marina italiana nella città portuale di Bari, in Puglia. Sono stati ospitati presso il centro di accoglienza locale per richiedenti asilo. Delle 16 persone originarie hanno chiesto asilo Italia portate in Albania, quattro persone erano state precedentemente respinte dal centro albanese e immediatamente rientrate in Italia: due per accertamenti medici e le altre due perché minorenni.

Il tribunale ha ordinato il rimpatrio

Un tribunale di Roma ne ha ordinato il rimpatrio. Il suo partito ha rifiutato di arrestare le 12 persone provenienti dal Bangladesh e dall’Egitto sulla base del fatto che non potevano essere rimpatriate nei loro paesi d’origine perché considerate non sicure. Secondo la legge italiana, la detenzione dei richiedenti asilo deve essere esaminata da un tribunale speciale. La Corte ha fatto riferimento anche alle decisioni della Corte di giustizia europea.

Primo Ministro italiano Giorgia Meloni ha criticato la decisione del giudice e ha voluto attenersi a questo approccio. Secondo lui, la classificazione di paesi come il Bangladesh e l’Egitto come non sicuri significa che quasi tutti gli arrivi in ​​Albania saranno esclusi dal programma. Quindi non è più realizzabile. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha annunciato ricorso contro la sentenza. Il gabinetto dovrebbe discutere la questione lunedì.

Il governo italiano vuole trattenere le persone che cercano rifugio in Albania

Il governo italiano di estrema destra guidato da Meloni ha firmato a novembre un accordo con il governo albanese che durerà cinque anni. Pertanto, in Albania saranno accolti ben 3.000 richiedenti rifugio maschi adulti soccorsi dalla guardia costiera italiana in acque internazionali. I centri di asilo devono essere gestiti in conformità con la legge italiana e con personale italiano.

L’accordo prevede che le persone verranno prima controllate sulle navi di salvataggio e poi inviate in Albania per l’ulteriore esame delle loro richieste. Per i centri l’Italia ha pagato più di 600 milioni di euro. Meloni ha descritto il modello come un nuovo modo di affrontare la cosiddetta migrazione clandestina.

Al contrario, le organizzazioni per i diritti umani hanno fortemente criticato l’accordo. Resta da vedere se e come l’Italia garantirà il rispetto dei diritti umani nei centri al di fuori dell’UE. L’Albania vuole diventare membro dell’Unione Europea ed è ufficialmente un candidato a membro. Partecipando alla cosiddetta strategia migratoria dell’UE e dei suoi Stati membri, il governo albanese può affermare la propria volontà di aderirvi.

Basilio Montalto

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