Le organizzazioni mafiose in Italia traggono enormi profitti dallo scarico illegale di rifiuti pericolosi o tossici. Ecco perché l’anno scorso hanno raggiunto la cifra di 20 miliardi di euro (527 miliardi di corone), precisa l’agenzia APA, riferendosi ad un rapporto pubblicato oggi dall’organizzazione ambientalista Legambiente.
Nel 2019 l’associazione ha registrato un record di quasi 35.000 casi di violazione delle leggi ambientali, ovvero il 23% in più rispetto al 2018. Lo studio mostra che la maggior parte di queste violazioni avverrà nelle regioni del Sud Italia, vale a dire Calabria, Campania e Sicilia. , che è la regione più diffusa in Italia. ha la posizione mafiosa più forte.
Lo scorso anno sono stati oltre 9.500 i reati legati alla gestione illegale dei rifiuti, con un aumento di quasi l’11%. Secondo Legambiente, la “mafia ecologica” spesso invia sostanze pericolose e residui chimici nelle discariche regolari o negli inceneritori di rifiuti.
Oltre al commercio illegale di rifiuti pericolosi, le violazioni ambientali più comuni sono l’uso illegale del cemento, l’incendio deliberato o il commercio illegale di animali.
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