L’Italia si trova di fronte a un dilemma: come ritirarsi dalla Via della Seta e non far arrabbiare la Cina

“È stata una decisione imprudente e terribile.” Con queste parole lo ha valutato Reuters Il Ministro della Difesa italiano Guido Crosetto si è unito all’Italia nel progetto della Nuova Via della Seta (chiamata anche Belt and Road, BRI) quattro anni fa. E ha aggiunto che dal punto di vista italiano ora non resta che abbandonare il progetto, e allo stesso tempo non turbare troppo la Cina.

L’Italia è l’unica grande economia occidentale ad aderire alla Nuova Via della Seta. Quando il governo populista del primo ministro Giuseppe Conte lo annunciò nel 2019, suscitò molto scalpore. grande sorpresa e preoccupazione. I paesi occidentali sospettano che il regime comunista cinese, attraverso il progetto BRI – lanciato dal governo comunista cinese nel 2013 e presentato ufficialmente come sostegno globale alla crescita economica e all’interconnessione regionale mondiale – stia cercando di legare i paesi economicamente più deboli ed esportare la loro ideologia verso altri paesi. questi paesi. Mondo.

“Aspettative non del tutto soddisfatte”

Il ministro Crosetto, membro fondatore del più potente partito politico odierno, Fratelli d’Italia (FDI), e in passato impegnato anche nel mondo degli affari, quando ha sostenuto l’abbandono della Nuova Via della Seta si è limitato a ragioni economiche . . Foglia Corriere della Sera Ha affermato che l’adesione alla BRI finora non ha portato alcun beneficio all’Italia. “In passato esportavamo molte arance in Cina (…). Il risultato è che ora ne esportano tre volte di più verso di noi”, ha fornito un esempio.

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Anche i dati pubblicati confermano la correttezza del ministro dall’Agenzia Italiana del Commercio ITA. Secondo loro, dal 2019, le esportazioni cinesi di beni verso l’Italia si sono più che dimezzate, ma al contrario sono aumentate solo della metà.

Il cambiamento nelle relazioni commerciali con la Cina è iniziato in Italia nella prima metà di quest’anno, quando il Primo Ministro Giorgia Meloni lui dice, che “buoni rapporti con la Cina possono esistere anche senza l’adesione alla Nuova Via della Seta”. Allo stesso tempo, è chiaro che i politici italiani stanno attenti nelle loro dichiarazioni a non fornire a Pechino una scusa per una ritorsione. L’Italia importa grandi quantità di prodotti elettronici, compresi i computer, dalla Cina.

Anche il presidente Zeman ha promosso la Via della Seta

La maggior parte dei paesi dell’Europa centrale e orientale, compresa la Repubblica Ceca, hanno aderito alla Nuova Via della Seta. Durante il suo mandato anche il presidente ceco Miloš Zeman ha sostenuto il progetto, secondo il quale dovrebbe trattarsi di una “grande iniziativa” a sostegno del commercio reciproco.

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Tuttavia, i massicci investimenti delle aziende cinesi nella Repubblica Ceca e i benefici economici previsti da Zeman non si sono concretizzati e l’afflusso di turisti cinesi si è interrotto con la pandemia di coronavirus. Sono scomparsi anche i collegamenti aerei diretti da Praga verso diverse città cinesi. Inoltre, da quando si è insediato l’attuale governo guidato dal primo ministro Petr Fiala (ODS), le relazioni politiche tra Praga e Pechino si sono deteriorate a causa dell’atteggiamento amichevole della Repubblica ceca nei confronti di Taiwan.

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Tonio Vecellio

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