Le rivelazioni dei calciatori italiani veterani sul loro uso passato di sostanze vietate sono diventate un’operetta. Dino Baggio ha sollevato la questione collegandola indirettamente alla morte di Gianluca Vialli, ma allo stesso tempo un altro veterano italiano, Massimo Brambati ha svelato quello che Micoren ha preso come una caramella.
L’affermazione di Dino Baggio di essere preoccupato per se stesso per tutto ciò che ha ottenuto nella sua carriera calcistica ha suscitato scalpore in tutto il mondo. Per ragioni che solo lui conosce, si è affrettato ad attribuire quanto detto a un malinteso, dicendo in modo distintivo: “Intendo antidoping e non doping. un controllo. È stato un errore causato dall’abitudine. Noi giocatori, quando abbiamo fatto un test nella stanza accanto allo spogliatoio, abbiamo detto: “Ancora una volta devo drogarmi”. Ed è così che dico quello che ho detto”.
Un altro colpo
E mentre Dino Baggio cercava di raccogliere un po’ di fiato nel borsone Aeolos che si apriva con la sua dichiarazione, un altro veterano calciatore italiano, Massimo Brabati, si è lasciato andare di nuovo.
“Ho paura anch’io. L’ho detto vent’anni fa e ho ricevuto una lettera dalla Federazione italiana che mi minacciava. Ho detto in tv che mangio il Micoren come una caramella e sto bene. Le iene sono venute a casa mia”, ricorda il ex difensore di Bari, Torino e Palermo e ora avvocato.
Questo particolare farmaco, comunemente prescritto per i casi di asma e pressione bassa, migliora la respirazione ma ha molti effetti collaterali sul cuore ed è stato bandito nel 1985.
“A quel tempo non era vietato, pochi anni dopo era severamente vietato”, ha detto Brabati.
“Ho 20 anni, quindi l’ho preso senza chiedere nulla. Alcuni allenatori si arrabbiano se non prendi una flebo la sera prima di una partita. Ora credo in Dio”, ha detto a Processo 7 Gold.
Il Ct della Nazionale italiana e amico del fratello di Gianluca Vialli, Roberto Mancini, non ha nascosto il suo fastidio per i guai, sottolineando che quello che è successo all’amico potrebbe succedere a chiunque, che giochi a calcio o meno.
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