UNL’edicola di Ngelo è in via Francesco Melzi d’Eril, e lì li compra chiunque nel quartiere preferisca i giornali cartacei a tablet o smartphone. Non esiste da anni e tre bancarelle in Italia chiudono ogni giorno a causa di un calo delle vendite. Angelo, sulla sessantina, magro, riccioli grigi, grosso anello d’argento al dito, mente Milano al mare, da ragazzino avrebbe aperto un noleggio barche o un bar sulla spiaggia, fortunatamente non gli è mai venuto in mente di trasformare la sua bancarella in un lucroso mini-supermercato, come spesso accade ora a Milano.
Il chiosco è ancora come dovrebbe essere una “edicola” italiana: ci sono giornali come “Corriere della sera”, come “Il Manifesto”, “La Stampa”, e ovviamente la rosa “La Gazzetta dello Sport” oltre al gossip giornali e riviste di moda, e ci sono stucco glitterato o cuscini rah-rah per i bambini. Angelo conosce quasi tutti i suoi clienti per nome. Si rivolgeva all’anziano chiamandolo “Professoressa” o “Professoressa”; sapeva esattamente a che ora andavano di solito al suo chiosco; sulla strada per lavorare, camminare, fare jogging; ha un regalo per il suo cane e un giornale a sua scelta per sé. Lo scambio di denaro e merci richiede solo pochi secondi, saluti, tutto qui, ea volte sembra che il chiosco non sia un chiosco ma un punto di contatto alimentare energetico sul percorso della maratona.
Indovino durante una pandemia
Puoi anche chattare con Angelo. Meteo, amore, famiglia, vicini, politica: Angelo conosce i pettegolezzi nel suo quartiere, ha vissuto diversi regni, compresi i titoli su elezioni ed elezioni, ovviamente. Soprattutto al culmine della pandemia, tutti volevano parlare con lui. L’acquisto di giornali è stato uno dei pochi motivi per cui mi è stato permesso di uscire di casa. La gente faceva la fila davanti alla bancarella, all’interno della quale Angelo troneggiava come un indovino e preparava le parole giuste per tutti: i soli, gli ansiosi, gli arrabbiati.
A quel tempo, è stato visto solo in un respiratore. Non è stato fino alla fine dell’estate di quest’anno, quando i requisiti per la maschera in Italia sono stati notevolmente allentati, che il naso e la bocca di Angelo potevano essere visti di nuovo. Improvvisamente i suoi denti, o meglio quelli che gli rimanevano, stavano mostrando. Il dramma dei denti sciolti è sicuramente iniziato anni fa e si è solo intensificato durante la pandemia. Questo fatto ti lascia davvero a bocca aperta quando Angelo parla e ride, accompagnato da una sottile sbavatura. Senza barriera dentata chiusa, hanno un passaggio libero.
Difficile quotidianità da padre single
Certo, molti clienti rifuggono da quella bocca, preferendo all’improvviso soggiorni brevi piuttosto che lunghi, e non c’è bisogno di addentrarsi nella psicologia per immaginare come questo abbia influenzato Angelo. Ha fatto marcia indietro. Ha smesso di tagliarsi i capelli, di radersi. Le lenti macchiate rimangono macchiate. Era come se si stesse arrendendo, comunque non avrebbe mai potuto permettersi una sostituzione completa dei suoi denti.
Con il magro reddito di Angelo, gestisce la sua vita quotidiana da padre single. È uscito di casa verso le 5 del mattino, quando è arrivata una tata, ha preparato la colazione, ha svegliato il figlio Francesco di dieci anni e l’ha portato a scuola. Poco prima delle 14 Angelo chiudeva il suo banco, faceva i compiti ed era lì per Francesco. Risparmiare è assolutamente impossibile in questa situazione, soprattutto non nella cifra di 20.000 euro che si dice costi la sostituzione della dentiera di Angelo.
Una cliente di nome Angela (questo è il suo vero nome) non può più assistere alla discendenza di Angelo. All’insegna del motto “Restituiamo il sorriso ai nostri venditori di bancarelle!” ha avviato una raccolta fondi; con un piccolo poster raffigurante Angelo sorridente – e quindi somigliante a un personaggio demente di un film dell’orrore. All’inizio ha tolto il poster imbarazzato. Angela ha insistito. E il distretto apparentemente stava solo aspettando di fare qualcosa di buono per le sue edicole.
Un cliente dona 500 euro
D’ora in poi ogni cliente gettava regolarmente qualcosa in un bicchiere grande che Angela metteva tra i giornali come cassetta per le donazioni. Modificare. Alcune monete. Lustro. Un uomo che ogni giorno compra il giornale di Angelo, ma non dice altro che ciao, dona 500 euro. E quasi tutti prima o poi hanno avuto una storia da raccontare su problemi dentali, esperienze con il dentista o sull’imbarazzo dell’imperfezione fisica. Tutto questo è successo a settembre. Ora, tre mesi dopo, il barattolo è ancora lì.
Angela lo svuotava regolarmente, scriveva anche un nuovo status Oggi dice: 6548 euro. Anche l’Italia si lamenta per i prezzi elevati dell’energia, le donazioni continuano? Angelo disse: “Sì, ma devo ancora andare”. Sorrise, mostrando due file di bei denti; si trattava di una soluzione temporanea, resa possibile dal primo giro di donazioni. Angelo è anche dal parrucchiere. Adesso è sempre rasato. Ha gli occhiali nuovi. E forse tra un anno o due sarà il primo venditore di giornali in Italia a farsi mettere un dente dai lettori di giornali del quartiere.
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