Di Mike O’Sullivan
Emanuel Macron è stato eletto presidente della Francia per il secondo mandato consecutivo, con le urne che gli hanno dato una percentuale più alta (58,5%) di quanto previsto dai sondaggi. La lezione è che i francesi possono piagnucolare nei sondaggi e urlare durante la campagna elettorale, ma non voteranno all’estremo, come ha fatto la Gran Bretagna votando per la Brexit o l’America votando per Trump.
Le elezioni presidenziali in Francia sono interessanti sotto molti aspetti: ma soprattutto su come sta cambiando il panorama politico del Paese. I partiti tradizionali francesi – socialisti e repubblicani – sono crollati, anche se i repubblicani possono sperare in una ripresa nelle prossime elezioni parlamentari.
Lo spettro politico ora è il seguente: le forze di sinistra e di estrema sinistra stanno convergendo attorno a Jean-Luc Melanson, insieme a molti ambientalisti e alcuni ex socialisti. Sulla destra c’è ora una disputa per la supremazia tra Marin Le Pen ed Eric Zemour, che ha proposto di formare una coalizione di destra. Nel centro allargato domina Macron, sostenuto da molti ex repubblicani.
L’indebolimento dei partiti tradizionali di sinistra e destra e il rafforzamento delle forze di sinistra e di destra è in parte dovuto alla rivoluzione politica di Macron nel 2017 e alla sua capacità di monopolizzare il centro, nonché al fatto che il dibattito pubblico in Francia si è spostato dall’economia (con spesa pubblica fino al 55% dell’economia).Lo spazio fiscale del PIL è piuttosto limitato) all’identità nazionale.
Il dibattito sull’identità francese si muove in due direzioni: il rifiuto degli immigrati e il rifiuto della globalizzazione e delle sue implicazioni. Il compito politico di Emanuel Macron – e del suo nuovo staff di governo – è superare questi ostacoli e diventare ancora più attivo nella politica internazionale.
Il lato positivo della rielezione di Macron include il proseguimento delle politiche che rilanceranno l’economia francese e sosterranno il potere politico dell’Unione Europea. Italia, Germania e Francia sono governate da uno stretto governo centrale.
Non appena Macron rimarrà alla presidenza francese, potremmo vedere ulteriori sanzioni contro la Russia, una mossa che renderà più chiara la posizione del blocco europeo sull’embargo russo sul petrolio e sul gas. armi all’Ucraina.
In casa gli avversari di Macron continueranno a cercare di screditarlo, ma la verità è che ha vinto il centro politico, e questo è un bene per la Francia e l’Europa.
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