Domenica 20 novembre, alle ore 18:00, allo stadio “Al Bayt” di Al Khor, la nazionale del Qatar, ospite del torneo, accoglie l’Ecuador nella partita inaugurale 22° Coppa del Mondo. Si apre così il sipario per un altro Mondiale che, oltre alle sue peculiarità extra-gara, ha – com’è naturale – i suoi favoriti e gli outsider sulla strada per la conquista del trofeo più importante del calcio.
Nelle precedenti 21 competizioni, le squadre giocate sono state misurate in decine (79 per l’esattezza, che quest’anno è 80 con l’aggiunta del Qatar), le partite giocate sono state misurate in centinaia (900) e sono stati misurati i gol segnati. in migliaia (2.548). I numeri sono impressionanti, ma solo fino ad oggi otto paesi hanno vinto la Coppa, tre sudamericane (Brasile, Uruguay, Argentina) e cinque europee (Germania, Italia, Francia, Spagna, Inghilterra).
Come si vede facilmente, ci sono state tante grandi squadre che sono partite con l’obiettivo del “Santo Graal” del calcio, ma per vari motivi non ce l’hanno fatta. Alcuni di loro, pur non riuscendo a salire sul tetto del mondo, sono oggi ricordati per il loro valore (singolarmente e come squadra) e – soprattutto – per lo spettacolo che offrivano. Nella prima settimana di questa 22a Coppa del Mondo, il Rivista presentando sette di queste nazionali, che hanno scritto la loro storia nel mondo del calcio, pur non godendosi un trofeo.
Tre di questi (Ungheria 1954, Olanda 1974 e 1978) raggiunsero la finale istituzionale, gli altri (Brasile 1982, Francia 1982 e 1986, URSS 1986) furono eliminati in anticipo. Ma tutti hanno lasciato il segno nello sport, grazie all’immenso talento dei loro giocatori e al modo in cui hanno entusiasmato il pubblico con le loro esibizioni. Dopo Paesi Bassi nel 1978continuiamo oggi con quello grande Brasile ai Mondiali del 1982. Prima di continuare, vorrei aggiungere che questa è solo una preferenza personale, perché oltre a quelle sette occasioni, devono essercene state anche altre.
TALENTO STERILE DAL BRASILE NEL ’82
Diamo un’occhiata a tre squadre (su sette teste di serie) che sono arrivate alla finale della Coppa del Mondo. Ora hanno una serie di giocatori che sono stati eliminati all’inizio del torneo, ma senza perdere valore e riconoscimento globale nella storia del calcio. Si comincia con Brasil 1982, un vero e proprio “capolavoro” sportivo. La “Seleção” è già conquistata tre Mondiali (1958, 1962 e 1970), ma nelle due gare successive non riuscì nemmeno ad arrivare in finale (quarto nel 1974 e terzo nel 1978).
Questo, ovviamente, è diventato motivo di grandi lamentele per i brasiliani “viziati”, che consideravano solo il successo del primo posto. Tele Santana ha assunto l’elettorato dal 1980 e ha progettato una squadra molto offensiva per la Coppa del Mondo di Spagna. Guidati dai grandi Socrate e i suoi stimati sostenitori, Zico, Falcao, Ender, Junior e Toninho Cerezo, che il Brasile era davvero l’epitome di “jogo bonito”, minacciando persino la popolarità della Nazionale del 1970 con Pelé, Zairzinho, Rivellino, Tostao e Zerson.
CAMMINATA NELLA PRIMA FASE DEL GRUPPO
La Seleção è stata sorteggiata in un girone con URSS, Scozia e Nuova Zelanda e non ha avuto problemi a finire prima con tre vittorie (10-2 gol). È iniziato con una vittoria per 2-1 sull’Unione Sovietica, ribaltando lo 0-1 con i gol di Socrates ed Ender nell’ultimo quarto della partita. Nella seconda partita, questa volta contro la Scozia di Dalglish, Sounes, Strachan e Archibald, sono stati nuovamente in svantaggio a referto, ma hanno risposto con quattro gol da ZicoOscar, Ender e Falcao, per raggiungere un comodo punteggio di 4-1.
Nella terza partita, dopo essersi assicurato il primo posto nel girone, ha disputato un ottimo allenamento contro la Nuova Zelanda, vincendo 4-0 (due gol di Zico e uno a testa di Falcao e Serginho). Nel secondo tempo era a gruppo “morte”insieme ad Argentina e Italia (ci sono quattro gironi da tre squadre ciascuno e la prima squadra di ogni girone accede alle quattro semifinali).
RIMUOVERE IL CAMPIONE DEL MONDO
La prima partita con “Albiceleste”, detentore del titolo, è stata una festa d’assalto. Il Brasile era in vantaggio per 3-0 con i gol di Zico, Serginho e Junior, praticamente giocando un gol contro gli avversari, che li hanno persi davvero. QUELLO Maradona, 21 anni, alla sua prima apparizione in Coppa del Mondo, è stato espulso all’85 ‘con un cartellino rosso di fila per un contrasto antisportivo su Ender. Un gol di Dias all’89’ segna il definitivo 3-1, eliminando i campioni del mondo.
Anche quella contro l’Italia è stata una finale “preliminare”. All’Italia bastava una vittoria per qualificarsi alle semifinali (erano sotto per numero di gol), mentre anche il Brasile si qualificava con un pareggio. QUELLO “squadra azzurra”che è arrivato 4° nel 1978 e ha vinto trofei dal 1938, è uno dei grandi favoriti con una formazione altrettanto sbalorditiva: Geoff, Cabrini, Colovatti, Gentile, Sirea, Antonioni, Tardelli, Causio, Conti, Graziani e Rossi solo per citarne alcuni grande su Bearzot.
FINALI PRELIMINARI CON L’ITALIA
Le azzurre hanno avuto un inizio di torneo molto modesto, pareggiando tre volte nella prima fase a gironi (0-0 con la Polonia, 1-1 con il Perù e 1-1 con il Camerun), pareggiando per il secondo posto con il Camerun e qualificandosi con una sola obiettivo. sulla differenza reti. Hanno poi giocato un’ottima partita contro l’Argentina (2-1), ma dopo quattro partite il loro principale centravanti, Paolo Rossiancora per segnare un gol nel torneo.
La partita decisiva si è giocata allo stadio “Sarriá” di Barcellona. L’Italia apre le marcature dopo appena 5 minuti con il primo gol in Coppa del Mondo di Rossi (colpo di testa su cross di Cabrini). Sette minuti dopo, Socrates e Zico respingono palla con una combinazione magica, con il primo che pareggia sparando in angolo. Jeff. Al 25′ l’Italia torna in vantaggio, dopo un tragico errore di Cerezo, un recupero di Rossi e un fortunato piazzamento in rete di Valdir Peres.
LA GRANDE NOTTE DI PAOLO ROSSI
Da lì la partita si è trasformata in un monologo offensivo dei brasiliani, che hanno creato infinite occasioni, ma si sono trovati davanti un decisivo Dino Joff. Al 68′ arriva il riscatto per la “Seleção”, con un sinistro al volo Falcao esattamente dall’altezza di una vasta area. Il Brasile, a venti minuti dalla fine, aveva un punteggio di qualificazione, ma non è riuscito a gestirlo. Non si è fermato, non ha fermato un passo, ma fedele alla sua filosofia, ha puntato al gol della vittoria e l’ha pagato caro.
Al 74′ l’Italia batte un corner (il primo della partita), due difensori brasiliani si confondono e non riescono a respingere, Tardelli ha tirato e poco prima che Peres lo bloccasse, Rossi è intervenuto mandando in rete per la terza volta. La straordinaria parata di Geoff sul colpo di testa di Oscar ha mantenuto un vantaggio di 3-2 che ha mandato l’Italia in semifinale e il Brasile all’inferno dell’eliminazione.
ANCHE 1986 ESCLUSO
La sconfitta “seleção” è nota come “Tragedia della Sharia” (Tragédia do Sarriá) e influenzò molto la filosofia del calcio brasiliano (soprattutto tra i selezionatori della Nazionale), che iniziò lentamente a cambiare, enfatizzando difesa e contropiede e allo stesso tempo abbandonando l’assoluto impegno offensivo che lo aveva caratterizzato fino a quel momento . Quasi la stessa squadra, quattro anni dopo, è ai Mondiali in Messico.
Arrivata a “16” con tre vittorie nel girone (1-0 Spagna, 1-0 Algeria, 3-0 Irlanda del Nord), ha superato agevolmente il pronostico della Polonia negli ottavi (4-0), ma nei quarti si è trovata di fronte la sua Francia eccezionale Platino (1-1) ed è stato eliminato ai rigori, con il capitano, Socrates, che ha saltato l’ultima apparizione della sua carriera con la “selezione”. Pertanto, la generazione più talentuosa di calciatori brasiliani è rimasta senza un trofeo della Coppa del Mondo. Tuttavia, appartiene anche a grandi squadre che rimangono indimenticabili per la qualità e lo spettacolo che generosamente offrono ai tifosi di tutto il mondo.
* Video: Italia – Brasile 3-2, highlights (7/5/1982)
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