Almeno la metà dei malati di vaiolo delle scimmie in tutto il mondo sono persone che vivono con l’HIV.
Lo dimostrano i dati diffusi dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) in occasione dell’odierna Giornata mondiale contro l’Aids.
I dati disponibili mostrano specificamente che i pazienti con Mpox confermato (questo è il nuovo nome internazionale per il vaiolo delle scimmie), il 52% vive con l’HIV. Di questi, alcuni non sanno di avere l’HIV, il che li rende vulnerabili a gravi malattie.
L’infezione da HIV rimane un grave problema di salute pubblica per l’intero pianeta, colpendo milioni di persone. Lo stigma e le differenze nello screening e nella disponibilità delle cure persistono.
A livello globale, 38 milioni di persone vivono con l’HIV. Di questi, 5,9 milioni di persone sapevano di avere l’HIV ma non hanno ricevuto cure. L’anno scorso, il 76% degli adulti e solo il 52% dei bambini con HIV hanno ricevuto una terapia antiretrovirale che li aiuta a vivere una vita normale e sana.
Altri 4 milioni di persone rimangono senza diagnosi.
Mentre la trasmissione del virus è diminuita complessivamente in Africa, negli ultimi 10 anni non si è verificata una riduzione significativa tra i gay, che rappresentano il principale gruppo ad alto rischio.
Dall’inizio dell’anno a metà novembre, sono stati segnalati un totale di 79.411 casi confermati in laboratorio e 50 decessi per vaiolo delle scimmie da 110 paesi/territori del mondo.
La malattia – recentemente ribattezzata Mpox dall’OMS – colpisce soprattutto i giovani: il 96,9% dei casi coinvolge uomini di età compresa tra 29 e 41 anni (età media 34 anni). La maggior parte dei casi si trova nella popolazione omosessuale.
Finora, circa il 7% dei pazienti in tutto il mondo richiede il ricovero in ospedale per il vaiolo delle scimmie.
Sulla base dell’attuale situazione epidemiologica e dato che la maggior parte delle malattie provoca sintomi lievi, l’OMS sconsiglia la vaccinazione di massa (con il vaccino contro il vaiolo considerato anche come protezione contro il vaiolo delle scimmie). La diffusione della malattia da uomo a uomo può essere controllata mediante misure di sanità pubblica come una maggiore sorveglianza, la diagnosi precoce dei casi, la diagnosi e il trattamento, l’isolamento e il tracciamento.
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