DIl candidato alla carica di primo ministro italiano ha i capelli sui denti, non i capelli sulle gambe. È del tutto possibile che Giorgia Meloni si senta ancora come Frodo Baggins dopo il suo viaggio di successo sul Monte Fato dalla sua vittoria elettorale. O forse come re Aragorn, il prescelto. La seconda missione degli eroi de “Il Signore degli Anelli” di JRR Tolkien è combattere il male. Anche Meloni pensava di essere in questo viaggio di missione. Gli piace fingere di essere un personaggio della famosa storia fantasy stessa.
Meloni non nasconde mai la sua passione per il suo lavoro e per gli autori. Il 3 gennaio, pubblica occasionalmente congratulazioni a Tolkien, morto nel 1973, su Facebook, e i suoi account sui social media sono un parco giochi per elfi, hobbit e altre creature fantastiche del suo mondo. Sembra strano, ma è vero: “Il Signore degli Anelli” ha ispirato la visione del mondo e la politica di Meloni. I riferimenti ad esso hanno fatto parte delle sue esibizioni dall’inizio della sua carriera. Nel 2008, quando è diventato membro del gabinetto per la prima volta, ha giurato di non essere corrotto dagli “anelli del potere”. Il messaggio ora è: libererò l’Italia dalle grinfie del male mentre Frodo ei suoi compagni salvano la Terra di Mezzo dalle tenebre. Per Meloni, gli Orchi sono ciò che vede come un’Unione Europea ingiusta, i migranti, la lobby LGBTQI, la politica di sinistra e un progetto di vita pluralistico che non si adatta all’immagine della Sacra Famiglia. I destinatari dei messaggi di Meloni sono gli amanti di Tolkien e il loro pubblico di estrema destra.
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