Aumenta di giorno in giorno il bilancio delle vittime di un naufragio al largo di Crotone, nel sud dell’Italia: 66 bare sono ora deposte nel palazzetto dello sport della città. E almeno due ministri del governo Meloni sono stati sottoposti a crescenti pressioni.
È davvero impossibile aiutare i 200 sfollati che potrebbero trovarsi nel piccolo cutter in grado di viaggiare a causa dei venti a sei di sabato notte? Finora, questa è la versione del Ministero degli affari interni. Sarebbero dovute rientrare le due navi della Guardia di Finanza, dell’indagato tributario e della polizia doganale, che, secondo un messaggio dell’agenzia di frontiera Ue Frontex, sono partite intorno alle 22:30. Successivamente è stato anche detto che non erano stati trovati segni di pericolo e nessuno a bordo aveva chiamato i soccorsi.
Un medico calabrese e aiutante di lunga data, riferendosi a condizioni meteorologiche paragonabili in passato in cui sono stati prestati soccorsi alla tv La7, domenica ha espresso i suoi primi dubbi su questa versione. Il naufragio “non è stato una tragedia, ma il risultato di una politica malvagia”. Uno specialista della Croce Rossa in Calabria ha successivamente fatto riferimento a precedenti soccorsi in condizioni meteorologiche simili. Quella notte il ministero dell’Interno ha minacciato di querela per diffamazione il dottor Orlando Amodeo: «L’onore» del ministro e delle autorità coinvolte sarà difeso a tutti i costi.
Frontex ha denunciato, ma non è arrivato alcun aiuto
Nel frattempo, però, si sa di più a sostegno delle opinioni dei critici: le guardie di frontiera dell’UE potrebbero fornire ulteriori dettagli importanti, tra cui il progetto della nave, da cui risulta che era occupata da circa 200 persone e quindi sovraccarica. “Una piccola nave sovraccarica, e trovandosi in mare costringendo due navi militari a tornare indietro, è inevitabilmente in pericolo”, ha concluso martedì il quotidiano “il manifesto”.
Il fatto che l’imbarcazione della Guardia di Finanza sia stata comunque inviata indica che le autorità preposte – ancora non note nel dettaglio – non hanno definito lo stato di emergenza, ma un “attraversamento illegale della frontiera”. Ecco a cosa serve la polizia doganale è responsabile, mentre per le operazioni di soccorso sarà l’Autorità Portuale di Crotone, il porto più vicino. A differenza della Guardia di Finanza, il porto dispone di barche a motore considerate praticamente inaffondabili, con qualsiasi onda.
L’altoparlante di Salvini si è zittito all’improvviso
Il ministro incaricato dei Porti, il ministro dei Trasporti Matteo Salvini, leader della Lega di estrema destra ed ex capo del Viminale, spiegherà presto perché non salpano. Lo scorso autunno ha difeso furiosamente la responsabilità contro il “Ministero del Mare”, che è stato reinventato dal premier Meloni e riempito di soci di partito siciliani.
Un funzionario pubblico giurato per la costituzione italiana ha incolpato lui stesso le vittime.
Corrado Lorefice, Arcivescovo di Palermo
Ora, tra tutte le persone, Salvini, il portavoce della politica italiana e la linea dura più dura sulle questioni migratorie, tace. Le autorità portuali sono state imbavagliate e quindi impossibilitate a contribuire al chiarimento dell’accaduto, in cui c’è una grossa lacuna: c’è almeno una differenza tra il messaggio dell’elicottero di Frontex e la distruzione del cutter, le cui orecchie sono state assistite dai pescatori calabresi alle 4:30 sei ore.
Il suo ex capo ufficio, ora ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ha parlato della sua testa e del suo collo. Con le sue osservazioni ciniche sull’incidente, ha causato indignazione alla prima conferenza stampa di domenica. “La disperazione non è una giustificazione per un viaggio che mette in pericolo la vita dei propri figli”. Ha descritto la sua chiamata ai rifugiati come un “messaggio etico”: “Non puoi andartene”.
Ha anche consigliato loro di considerare di fare qualcosa per il loro paese prima di partire. Con il suo messaggio morale, Piantedosi ha fatto infuriare anche la Chiesa cattolica: “Un funzionario che ha giurato di rispettare la costituzione italiana incolpa le stesse vittime”, ha detto l’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice.
Improvvisamente il ministro vuole consentire la migrazione legale
Piantedosi era un ex prefetto a Roma – uno dei massimi funzionari che rappresentavano il governo centrale in tutto il Paese – e si era proposto come assistente taciturno di Salvini. Ha trovato nuovi decreti contro il salvataggio privato in mare, bloccando ora le ONG in modo più efficace, ma più tecnocratico. Nel suo mix di duro e peso medio, in precedenza era considerato una sterlina durante il regno di Meloni.
Ora potrebbe essere lui il problema. E il vecchio problema, Salvini, sta tornando. Il fatto che Piantedosi abbia usato scuse durante l’interrogatorio al Senato di martedì mostra un crescente nervosismo in campo governativo. Ha frainteso. Intendeva solo che i profughi non salpassero da soli, “siamo venuti a salvarli”. C’è un corridoio umanitario per questo.
Secondo Pientedosi, è disponibile anche a parlare di rotte di immigrazione legale – che ancora non esistono in Italia. Il ministro dell’Agricoltura si precipitò ad aiutare il suo collega. Francesco Lollobrigida, cognato e confidente di Giorgia Meloni, parla del mezzo milione di persone che hanno un disperato bisogno dell’economia italiana.
“Le toppe cucite sono peggio dei buchi”, si è lamentato un commentatore. Questo deve essere vero per il governo. La prevenzione dell’immigrazione è al centro del loro programma. Non è chiaro come intenda spiegare l’inversione di tendenza.
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