Apre i battenti a Roma la mostra “L’attimo e l’eternità”. Tra noi e gli antichi – L’istante e l’eternità. Tra noi a gli antichi”, che si è svolto in collaborazione con il Ministero della Cultura greco (Eforato delle Antichità delle Cicladi) e l’Italia.
La mostra si svolge nell’ala delle Terme di Diocleziano, chiusa dal 1911, ed è il risultato della stretta collaborazione dei servizi competenti dei due ministeri. Attraverso circa 300 opere selezionate – greche, romane, etrusche e italiane, medievali, moderne e contemporanee – esplora, in modi inaspettati e spettacolari, il complesso e articolato rapporto tra moderno e antico.
“L’essenza di questa mostra è la fusione di due culture antiche”
Nel suo intervento, il Ministro della Cultura e dello Sport Lina Mendoni ha tra l’altro ricordato: “Una mostra molto importante “L’istante e l’eternità. Tra noi e gli antichi”, conferma l’ottima e diversificata cooperazione tra Grecia e Italia nel campo della cultura, sia nel campo dei beni culturali che nel campo della cultura moderna.
Al centro della mostra c’è la relazione storica unica e il legame di due antiche civiltà: le antiche civiltà greca e romana, che sono brevemente chiamate “civiltà greco-romane”, costituiscono le fondamenta dell’edificio monumentale della nostra storia europea condivisa e identità, catalizzando i modi in cui l’intero mondo occidentale guarda alla sua antichità e al suo patrimonio. Un lascito inteso come patrimonio materiale e immateriale, come memoria storica, cultura spirituale ed estetica, diverse visioni del mondo, che getta un ponte sul tempo e ci permette di sentire familiarità e connessione con il lontano passato.
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La parte greca ha contribuito all’esposizione di alcune delle opere più importanti dei musei greci, come i famosi mosaici di Dioniso di Delos o “Chiotissa” Kori del Museo dell’Acropoli, oltre a mostre uniche che espongono per la prima volta ad un pubblico internazionale:
Tra questi, il Gorgo di Paros, statua del VI secolo. AC, e naturalmente la sorprendente Kori dell’antica Thera, una statua colossale del VII secolo a.C. che ci ha lasciato senza parole con le sue dimensioni e dettagli.
Attraverso l’ammirazione per opere uniche risalenti al III millennio a.C. fino ad oggi, ci rendiamo conto che, nonostante la distanza nel tempo, noi e i nostri antenati abbiamo probabilmente più cose in comune che differenze: ammiriamo la bellezza, ci sforziamo e ci rallegriamo della vita, viaggiamo e conosciamo le persone e il mondo, amiamo, ci preoccupiamo sulle persone che amiamo, cerchiamo di guarire i nostri pazienti, piangiamo le nostre morti con gli stessi sentimenti, le stesse speranze, le stesse paure e – nonostante i progressi tecnologici – spesso negli stessi modi.
Sono sicuro che questa importante mostra sarà un grande successo, perché è il risultato di grandi e diligenti sforzi basati su un profondo approccio umanitario, necessario nei tempi difficili che tutti stiamo attraversando, vorrei ringraziarvi dal profondo del mio cuore. di cuore e mi congratulo con i dirigenti dei due Ministeri della Cultura, Grecia e Italia e con tutti i contributori. In particolare, il curatore Massimo Osana, Direttore Generale dei Musei, Stephan Verger, Direttore del Museo Nazionale Romano, Maria Luisa Catoni, Docente della Scuola IMT Alti Studi Lucca, e Dimitris Athanasoulis, Sovrintendente alle Antichità delle Cicladi, in collaborazione con Electa, con il sostegno del Parco Archeologico di Pompei e la partecipazione della Scuola IMT Alti Studi Lucca e della Scuola Superiore Meridionale è riuscita a offrirci non solo una mostra, ma uno degli eventi culturali internazionali più importanti dell’anno. Spero davvero che tutti questi preziosi reperti vengano trasportati ed esposti in Grecia, in modo che anche i residenti e i visitatori del resto dell’antica città, Atene, possano apprezzarli”.
Sezioni di reportage
La prima sala della mostra si apre con un allestimento che esprime nel modo più chiaro possibile questo duplice rapporto: i calchi di due vittime anonime dell’eruzione del Vesuvio restituite dall’archeologia come immobili per sempre alla morte. Attorno a loro si celano forme culturali di reinterpretazione moderna e antica.
Il secondo spazio esplora antiche forme di trasmissione e tradizioni, attraverso l’arte e la letteratura: come il grande ciclo del mito – il ciclo omerico dell’Iliade e dell’Odissea – si è tramandato in varie forme dall’antichità, perdurando nell’immaginario popolare moderno – e come, al contrario, altre tradizioni mitiche dimenticate, per poi essere restaurate grazie alla riscoperta filologica della letteratura antica.
Visita guidata alle mostre a Roma
Nel terzo spazio si passa dal mito alle antiche rappresentazioni dello spazio e del tempo, che assumono la forma di divinità, personificazioni ed entità astratte che danno vita alle nostre categorie spaziali e temporali. Così completa il viaggio iniziale verso l’eternità – l’Eterno – e l’immutabile ordine mondiale.
Nella seconda parte del percorso viene presentato un rapporto di identificazione che, nonostante la distanza temporale che ci separa dai popoli antichi, li rende vicini. Nella sala, momenti importanti della vita sociale vengono presentati attraverso spettacolari nuove invenzioni.
L’antichità lascia in eredità un’inesauribile varietà di modi di rappresentare gli individui, dalla scultura neolitica alle sofisticate composizioni classiche ed ellenistiche. Un’importante selezione di queste illustrazioni è esposta nella Sala successiva.
Mostra eccezionale
In particolare, la colossale statua antica della principessa Thera, alta 2,48 m, una delle più antiche grandi statue greche, esposta per la prima volta fuori Santorini, è un busto in bronzo dell’oratore e uno dei giganti sardi di Mont’ e Prama.
Attorno a questa figura umana divinizzata si ripercorre il lungo viaggio che conduceva il defunto nell’aldilà, sia attraverso raffigurazioni di riti funebri sia attraverso credenze sull’aldilà tramandate dall’antichità.
I visitatori in questo percorso di scoperta e confronto sono accompagnati da alcune opere altamente rappresentative provenienti da musei greci e italiani. Molte delle opere esposte vengono presentate per la prima volta al pubblico: grandi scoperte totalmente inedite come l’antica biga restaurata di Civita Giuliana e la statua di Ercole del Parco Archeologico dell’Appia Antica, un vaso etrusco del IV secolo AVANTI CRISTO. . raffiguranti la guerra di Troia, nuove acquisizioni, come la Tabula Chigi del Museo Nazionale Romano, abbinate a grandi mostre provenienti dalla Grecia, come l’imponente Gorgo antico di Paros, capolavoro della scultura paria, che viene esposto per la prima volta al di fuori del Museo di Paros o l’icona paleologa bifronte della cattedrale dell’arcidiocesi cattolica di Naxos.
La mostra è composta da 300 reperti di cui 82 sono contributi dei musei greci, la maggior parte dei quali (49) provengono dalla Collezione dell’Eforato di Antichità delle Cicladi. La mostra è visitabile dal 4 maggio al 30 luglio 2023.
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