Meno di una settimana dopo le sue dimissioni, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha espresso la volontà di rimanere in carica. Nel suo discorso di mercoledì al Senato a Roma, ha menzionato un nuovo “patto di fiducia” tra le parti come prerequisito per questo.
In un voto di fiducia aggiornato, 95 legislatori hanno sostenuto il 74enne, 38 hanno votato contro. Tuttavia, molti parlamentari non hanno nemmeno preso parte al voto. Mentre i partiti di centrosinistra in parlamento hanno votato a favore della permanenza del presidente del Consiglio dopo il discorso di Draghi, i tre principali partiti di governo Lega, Forza Italia e Movimento Cinque Stelle (M5S) non hanno rilasciato commenti.
Infine Si sono anche astenuti in un voto di fiducia, quindi gli osservatori in Parlamento hanno affermato che non era chiaro se Draghi sarebbe rimasto in carica a causa di disaccordi.
Nel suo discorso pomeridiano, il presidente del Consiglio ha affermato che un “patto di fiducia” tra i partner di governo è “l’unico modo per stare insieme”. Finora ha guidato un governo formato nel febbraio 2021, sostenuto in parlamento da partiti di sinistra e di destra. La scorsa settimana il M5S, che fa parte del governo, ha innescato la crisi boicottando il voto di fiducia di Draghi al Senato. Sebbene Draghi sia sopravvissuto al voto, ha rassegnato le dimissioni perché non voleva guidare un governo di unità senza il sostegno di MS5.
Sondaggi: Maggioranza più indietro rispetto a Draghi
Presidente Sergio Mattarella, invece, ha respinto la richiesta di dimissioni e ha chiesto a Draghi di spiegarsi in Parlamento. Secondo i sondaggi, la maggioranza degli italiani sostiene ancora Draghi. Per rimanere in carica, il capo del governo richiede non solo la maggioranza al Senato, ma anche l’approvazione della Camera dei rappresentanti. La votazione è prevista per giovedì.
Nel suo discorso di mercoledì, Draghi ha fortemente criticato i partiti politici. L’Italia non ha solo bisogno di “falsa fiducia” nel governo. Bisogna attenersi allo sforzo iniziale in Parlamento, ha detto il Primo Ministro.
Dare priorità al salario minimo e alla riduzione della povertà
Quello Le sfide nazionali e internazionali per l’Italia e l’Unione Europea, come l’inflazione e il rafforzamento dell’economia, la guerra in Ucraina e il rilascio della dipendenza energetica dalla Russia, richiedono “un governo davvero forte e solido e un parlamento che li accompagni con fiducia”.
Il presidente del M5S ed ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte in precedenza aveva chiesto che si tenesse conto delle priorità del suo partito, in particolare del salario minimo nazionale. Draghi ha espresso questa richiesta direttamente nel suo intervento. Ha detto che il governo dovrebbe “andare in questa direzione, insieme alle parti sociali”. Draghi, inoltre, ha difeso il reddito minimo introdotto dal penultimo governo del M5S come “essenziale per la riduzione della povertà, anche se da aumentare”.
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