Cosa potrebbe svilupparsi in Italia nella prossima legislatura in politica digitale – EURACTIV.de

Mentre gli italiani si recano alle urne alle elezioni generali del 25 settembre, EURACTIV Italia esamina come si sentono i principali partiti politici riguardo alla politica digitale.

Poco prima delle elezioni, i partiti italiani hanno avanzato diverse proposte legate al settore digitale, in particolare alla cybersecurity, alla digitalizzazione della pubblica amministrazione e alla gestione delle infrastrutture di connessione.

Questi problemi stanno diventando sempre più urgenti man mano che i dipendenti pubblici e le imprese si rivolgono sempre più allo smart work, una tendenza iniziata davvero dalla pandemia.

Rete Nazionale

La realizzazione di un unico progetto infrastrutturale in grado di unificare le reti digitali a livello nazionale per evitare duplicazioni e promuovere la connettività in aree remote è un tema ricorrente in Italia. Sebbene siano stati presentati diversi progetti in precedenza, l’idea non è stata ancora attuata.

Giorgia Meloni dei nazionalisti di destra Fratelli d’Italia sembra avere le idee più chiare su cosa fare. Si può presumere che giocherà un ruolo importante nel prossimo governo, forse come primo ministro.

La visione di Meloni è quella di separare il settore delle infrastrutture dai fornitori di servizi commerciali, che attualmente sono raggruppati sotto il colosso nazionale delle telecomunicazioni TIM. Vuole invece trasformare la rete nazionale in un asset strategico di proprietà pubblica attraverso la banca d’affari italiana Cassa depositi e prestiti (CDP).

Ciò per evitare interferenze estere nell’infrastruttura strategica, in quanto il principale competitor di TIM, Open Fiber, è stato fortemente influenzato dalla società francese Vivendi.

“Le infrastrutture strategiche non possono essere in mano a privati, per non parlare di stranieri; continuiamo a lavorare sull’implementazione. Per come deve essere fatto esattamente, dobbiamo stare molto attenti”, ha detto Meloni ad agosto.

Quello Lega Matteo Salvini, che potrebbe diventare il socio minore della prossima amministrazione, ha spiegato nel suo manifesto elettorale: “Rimane ancora molto da fare per garantire la sovranità digitale del nostro Paese in questa era sempre più connessa”.

Il programma della Lega include anche riferimenti al “federalismo” digitale, la vecchia parola d’ordine del partito. Il concept prevede che i vertici regionali vengano nominati commissari di rete, delegando sostanzialmente al livello locale lo sviluppo di una rete nazionale unitaria.

Il Partito Democratico, che potrebbe diventare il principale partito di opposizione dopo le elezioni, ha affermato di “promuovere forme efficienti di aggregazione e integrazione delle reti per evitare duplicazioni inefficienti degli investimenti e garantire l’interesse pubblico a reti nazionali sicure che consentano agli utenti di: possono: offrire servizi universali.” alta qualità interna.”

L’approccio del movimento anti-establishment è ancora più oscuro Movimento a 5 cifreche si basa sull’idea della partecipazione diretta ma nel suo programma menziona solo la “copertura nazionale generale con tecnologia a banda ultralarga”.

Pubblica amministrazione

Per quanto riguarda la pubblica amministrazione, il partito di destra Fratelli Italiani ha proposto “la digitalizzazione delle procedure amministrative e la possibilità per le imprese e i cittadini di svolgere le procedure online” e vincolanti “programmi e obiettivi di efficienza misurabile” per le istituzioni pubbliche.

La Lega, dal canto suo, promuove iniziative volte a colmare il digital divide e “rinchiudere nella costituzione la tutela delle identità digitali (costituite alla nascita), come il codice fiscale, nonché la dematerializzazione degli archivi della pubblica amministrazione e delle informazioni aziendali”.

Per i Democratici, l’e-governance è al centro del capitolo digitale del programma, in cui si impegnano in un grande piano per assumere dipendenti governativi, anche dopo la fine del loro prossimo mandato, per guidare la trasformazione digitale dal livello nazionale a quello locale. .

partito centrista azione ritiene necessario ridurre al minimo l’impatto della burocrazia sulla vita quotidiana dei genitori. I servizi di prossimità sono necessari per abilitare un’unica interfaccia per tutti i servizi. Inoltre, per garantire il più ampio accesso possibile ai servizi pubblici in forma digitale, è importante accelerare i progetti per colmare il divario digitale”.

L’obiettivo del centrista è quello di offrire alcune procedure per la partecipazione democratica online, come la raccolta di firme per un referendum, e di introdurre posizioni come manager della transizione digitale e difensore civico.

Anche qui il movimento 5 stelle parla solo in termini molto generali di “pubblica amministrazione nel cloud, digitalizzazione radicale, dematerializzazione e interoperabilità”.

Cybersecurity e trasformazione digitale

Il partito di Meloni ha sottolineato “non l’introduzione di massicci controlli digitali… come la ‘cittadinanza puntuale’ in stile cinese” e “la censura arbitraria dei social network”.

Il conservatore Forza Italia di Silvio Berlusconi sostiene l’introduzione di voucher e agevolazioni fiscali per i costi legati alla sicurezza informatica, nonché incentivi per formare aziende e professionisti della sicurezza informatica.

I problemi di sicurezza informatica sono stati gestiti poco dai Democratici. Al contrario, il programma di centrosinistra propone incentivi finanziari per le aziende che assumono lavoratori in grado di supportare l’integrazione di nuove tecnologie come blockchain, Internet delle cose, intelligenza artificiale, servizi cloud e informatica quantistica.

Azione di centrodestra, dal canto suo, prevede di potenziare le competenze informatiche delle forze armate per creare un’agenzia specializzata in cybersecurity e offrire corsi di certificazione che saranno consentiti anche alle aziende.

[Edited by Luca Bertuzzi/Zoran Radosavljevic]

Marinella Fontana

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