Il rilascio della massa di ghiaccio in Marmolanda e la “vittima del cambiamento climatico”
Il fenomeno del collasso dei ghiacci è raro, almeno nelle Alpi. In Himalaya ciò si verifica più frequentemente a causa delle temperature più elevate ai piedi delle colline. Adesso, a causa dei cambiamenti climatici, durante l’estate in Europa il ghiaccio diventa fragile anche a 3.343 metri di altitudine. È normale che il ghiaccio in alta montagna si sciolga lentamente e parzialmente, senza rompersi e cadere.
Secondo quanto riportato dal quotidiano italiano Repubblica, le sette persone uccise e le otto ferite in quest’ultimo episodio sono “vittime del cambiamento climatico” come molti altri che hanno perso la vita a causa di tempeste devastanti, inondazioni, uragani e incendi nelle foreste di eucalipti. Lo scrittore italiano Paolo Cognietti, conosciuto in Grecia per il suo libro “Gli Otto Monti”, ha commentato la recente tragedia avvenuta sulle Alpi nel suo articolo su Repubblica dal titolo “Siamo nemici della natura”: “Finora pensavamo che il cambiamento climatico stesse uccidendo i poveri del Terzo Mondo. Ma questo riguarda noi, qui in Italia. Dobbiamo smettere di parlare in termini generali di “ambiente” o “pianeta”: questi termini sono troppo neutrali, astratti e apolitici. Le persone sono insensibili a qualcosa di così comune. Forse si renderanno conto che stiamo parlando di “paesaggi”, dei luoghi in cui vivono o vanno in vacanza, che riconoscono come beni condivisi con dimensione storica e narrativa. Come dicevano l’antropologo Ernesto De Martino e il geografo Eugenio Turri, il “paesaggio” è una parte di noi stessi che si eredita per il futuro. Se viene distrutto significa la distruzione della nostra stessa civiltà. Quando il paesaggio crolla, come il ghiaccio che crollò il 3 luglio, crolla con esso la continuità della nostra storia culturale: trascina con sé nel vuoto le storie che sono state raccontate e alle quali siamo intimamente legati.’
L’Italia ha una lunga tradizione di alpinismo e di letteratura di montagna. Tra gli scrittori che cercarono e trovarono ispirazione nella montagna ci fu Primo Levi che nel 1946 descrisse nella sua poesia i ghiacci dell’anfiteatro montano di Rivoli-Avigliana, vicino Torino. Attualmente, questa pietra era il fantasma di se stessa.
La zona montuosa dove viene tagliato il ghiaccio è considerata una “mecca turistica”: Le Dolomiti – parte delle Alpi nell’Italia nord-orientale – sono famose per lo sci invernale e l’alpinismo, l’escursionismo e l’arrampicata che iniziarono nel 1887, quando il diciassettenne tedesco Georg Winkler scalò la vetta. Winkler morì l’anno successivo sotto una valanga.
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