Con la crescente popolarità del generatore di testo ChatGPT, o meglio della sua ultima versione GPT-4, sempre più persone si chiedono se questa forma di intelligenza artificiale debba essere regolamentata in futuro, in quanto può avere un enorme impatto informativo sull’intera società . . Ma gli italiani vedono il problema altrove: secondo le autorità locali, presumibilmente viola la protezione dei dati degli utenti, motivo per cui la nazione della penisola appenninica ne ha ora ordinato il divieto.
Come far sapere server Politico, l’autorità italiana per la protezione dei dati personali ha affermato che oltre a bloccare ChatGPT, indagherà anche sul creatore del programma, la società americana OpenAI. Vuole assicurarsi di non elaborare i dati degli utenti italiani. Secondo lui, OpenAI non ha basi legali per la raccolta e l’archiviazione di massa di dati personali per tali scopi “Formazione dell’algoritmo ChatGPT” giustificato.
Le autorità italiane hanno inoltre affermato che nell’ultima settimana anche la sicurezza dei dati di ChatGPT è stata presumibilmente violata e le conversazioni degli utenti e i dettagli di pagamento dei suoi utenti sono stati esposti. Ha aggiunto che OpenAI non verifica l’età degli utenti ed espone i minori “una risposta del tutto inappropriata dato il loro livello di sviluppo e consapevolezza di sé”.
OpenAI, su cui anche Microsoft ha investito molto sull’intelligenza artificiale, dovrebbe ora avere venti giorni di tempo per mettere in atto misure che risponderanno alle critiche delle autorità italiane. Se ciò non accade, rischia una multa fino a venti milioni di euro, o 470 milioni di corone, che è il quattro per cento del fatturato globale.
Per ora, si tratta di un’ingiunzione temporanea fino a quando OpenAI non sarà conforme alla legislazione GDPR dell’UE, ovvero il regolamento generale sulla protezione dei dati. Il Consumer Protection Group (BEUC) ieri ha anche invitato l’Unione Europea e le autorità nazionali, comprese quelle che sovrintendono alla protezione dei dati, a indagare su ChatGPT.
Preoccupazioni arrivano anche dall’America, dove Elon Musk e decine di altri esperti di intelligenza artificiale hanno firmato un appello per sospendere il rilascio di una nuova versione del popolare generatore di testi.
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