I problemi agonistici del portiere italiano, la responsabilità dei compagni nella porta dell’AEK e il suo raro record. A cura di Alessandro Merciori
Molti desiderano Dioudis, altri sognano Vlachodemos. Ha senso che gli appassionati di sport non siano mai contenti di nulla, soprattutto quando la loro squadra è in una serie di sconfitte senza sconfitte. Ma non dare la colpa ad Alberto Brignoli. Neuer, Buffon, Courtois, Donnarumma, persino Dino Joff nell’82, nel momentaneo 2-2 di Socrates col Brasile, hanno ricevuto ben peggio.
Anzi, il gol di Pineda avrebbe potuto evitarlo. È nel suo angolo chiuso, non è una forza “tremenda”. Principalmente sotto i suoi piedi, che è il più imbarazzante per i portieri esperti. Come diceva Bujadin Boskov, “l’ultimo poliziotto in campo: responsabile di tutto ciò che accade nella sua piccola area, ma insieme ai terzini”. Seriamente, chi ha fatto o non ha etichettato bene il suo attaccante messicano AEK;
Quel che è certo è che un anno e mezzo in porta Il Panathinaikos, con cui il 31enne portiere italiano ha vinto anche la Coppa, che ha provato a rifarsi parando il rigore nel finale di Garcia, continua a dividere i tifosi sul fatto che sia lui il scelta giusta per consegnare la calma necessaria alla linea di difesa “verde”. È la sua instabilità quando ha la palla. Una specie di vigliaccheria e indecisione nei giochi d’aria. Mentre sotto le travi, sia i riflessi che l’istinto, per via della sua altezza che è di 187 centimetri lo fanno sicuramente sentire più sicuro di sé.
Per gli appassionati di sport, questo non è importante. Dell’1-0 all’Agia Sofia ne ha sentito parlare solo Brignoli. Chiaramente da tutti, ad Atene e in tutta la Grecia e non solo dagli avventori del John’s Cafe, da qualche parte a Loukareos, non lontano da “Leoforo” in compagnia di amici e delle ottime merende di Violeta. E l’ha sentito non due, ma quattro volte perché la particolarità del Caffè è che due televisori trasmettono suono, ma anche immagini a 11 secondi di distanza. Quindi è logico sentire, prima su un gol, poi vedere sul secondo, poi vedere il replay sul primo, poi il replay sul secondo. Questa è la selvaggia bellezza del calcio, della domenica e soprattutto del derby.
Certo che no, Buffon. E potrebbe non assomigliargli mai, perché se lo diventasse, negli ultimi 13 anni non sarà costretto a girare mezza Italia per dimostrare il suo valore. Di tanto in tanto, qualche osservatore perspicace gli regalava i guanti delle grandi squadre invece di mandarli, a volte in prestito a Montevarchi, Lumezzane, Ternana, ancora Ternana, Sampdoria, nel Leganies spagnolo e ancora in Italia a Perugia, Benevento, Palermo, Embolisasi. In mezzo, il suo utopico acquisto dalla Juventus (nel ’15 e per 250.000 euro), ma solo come “merce di scambio” per la metà di qualche Mazi prima di essere mandato a destra ea manca.
Tuttavia, nel microcosmo, Brignoli porta sulle spalle un record formidabile. Perché 3?Ciao portiere nella storia del campionato italiano a segnare, con un colpo di testa che regala alla sua squadra un prezioso pareggio. È successo il 3 dicembre 2017, all’età di 95 anniQuella da Benevento-Milan (2-2): ed è stato il primo punto storico per i padroni di casa dopo 14 sconfitte consecutive…
Il primo ‘n.1’ a segnare in Campionato è stato Michelangelo Rambulla della Cremonese nel ’92 e ’92Quella pareggio per 1-1 con l’Atalanta, a Bergamo. Mentre il secondo classificato, Massimo Taibbi dei Regina, il primo di aprile 2001, all’età di 91 anniQuella 1-1 con l’Udinese.
Questo, ovviamente, appartiene al passato e non riguarda gli appassionati di sport che sono piuttosto esigenti e permanentemente insoddisfatti. Vorrei che potessimo vedere il derby con Brignoli, spiegherà loro che non è l’unico responsabile della prima sconfitta dell’anno. Glielo ha anche detto due volte, a 11 secondi di distanza…
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