“Chi parla di tornare al fascismo non capisce l’Italia”. Cos’è il fratello italiano?

Il governo tentacolare italiano del centrista e tecnocrate Mario Draghi sta volgendo al termine. A fine settembre, le elezioni anticipate attendono la terza economia più grande d’Europa. I preferiti si nascondono sulla destra. I fratelli italiani (Fratelli d’Italia) e il loro leader, la politica 45enne Giorgia Meloni, dominano tra i potenziali partiti di governo di destra. Il mainstream dell’Europa occidentale e dell’America ha riscontrato un altro motivo di preoccupazione: l’emergere di un partito con legami diretti con il neofascismo (The Independent). Questo sarebbe il “governo più probabile di destra” (Die Welt, con il termine di destra usato come sinonimo di nazismo in Germania). Francesco Giubilei è il giovane presidente della Fondazione conservatrice Futura della Nazione (Nazione Futura) e conosce molto bene Meloni. È anche il suo biografo.

“Dico a tutti che se vogliono capire l’Italia, non dovrebbero usare affatto le narrazioni fasciste”, ha detto in un’intervista Francesco Giubilei. foto: archivio

L’Italia mi ha sempre colpito come una società molto tradizionale. Come è successo che sei stato governato dalla sinistra per così tanto tempo, o come è stato finora, da tecnocrati con l’appoggio di Bruxelles?

Lei ha ragione sul fatto che l’ultimo governo di destra è caduto nel 2011. Era Silvio Berlusconi ed era sotto pressione da parte dell’Unione Europea. I motivi sono diversi, forse il più famoso dei quali è la crisi degli spread (differenza tra i tassi di interesse sui titoli di Stato tedeschi e italiani – ndr). Probabilmente è risaputo che in Italia abbiamo tradizionalmente un debito pubblico elevato. Nel 2011 i nostri obbligazionisti, banche francesi e tedesche, ma anche alcune banche americane, hanno iniziato a vendere obbligazioni. La sua diffusione continua ad allargarsi, il che fa presagire una crisi economica. Presidente Napolitano (Giorgio Napolitano, politico comunista o post-comunista per tutta la vita, è stato presidente dal 2006 al 2015 – ndr) poi ha chiesto a Berlusconi di dimettersi. Ma Berlusconi ha dovuto arrendersi a quanto pare anche perché era contrario alla guerra in Libia. Certo Gheddafi è un dittatore. Berlusconi ha però buoni rapporti con lui, che è la via della sua politica estera, attraverso i legami personali: come con Gheddafi e con Bush o Putin. A proposito, Gheddafi possiede il tre o quattro per cento di Fiat e Juventus Torino, mantiene stretti rapporti con i nostri campioni nazionali, la compagnia petrolifera e del gas Eni – e, ultimo ma non meno importante, ferma l’immigrazione clandestina verso l’Europa.

Il rovesciamento di Gheddafi è stato reso possibile dall’esercito americano, ma è avvenuto su iniziativa di Francia e Gran Bretagna. D’altra parte, la Germania era almeno trattenuta.

È successo principalmente su iniziativa di Sarkozy. Prima di allora, la nostra Eni controllava quasi tutti i contratti petroliferi con la Libia, potrebbero esserci piani per sostituire Eni con la francese Total. Quello francese non ha fatto bene. Ma la guerra ha spesso conseguenze impreviste. In questo caso, l’influenza europea svanisce dalla Libia. La Turchia e la Russia si sono schierate lì, non noi. La Libia oggi soffre di un doppio governo e di un terribile caos. L’invasione è stata un grosso errore. Tuttavia Gheddafi cadde e si aprì un nuovo capitolo della Primavera Araba. Dal punto di vista italiano questo era un problema significativo, la Primavera Araba ha permesso migrazioni di massa attraverso il Maghreb verso l’Europa. Ma per Berlusconi l’opposizione alla guerra in Libia, per quanto storicamente giustificata, potrebbe rivelarsi fatale. Ha irritato il personale democratico francese, britannico e della Casa Bianca. Questo non è solo quello che hanno detto oggi Berlusconi e il suo ministro dell’Economia Tremonti, questa è l’opinione generale del centrodestra italiano. Berlusconi ha anche aggiunto di avere pensieri diversi sull’Unione Europea. C’è un video famoso del 2011 da una conferenza stampa con Merkel e Sarkozy. Un giornalista ha chiesto cosa ne pensasse della posizione di Berlusconi, dopodiché entrambi si sono guardati e hanno iniziato a ridere. La crisi diffusa è un’opportunità per sbarazzarsi di Berlusconi. Poi hanno governato alternativamente la sinistra e i tecnocrati con precedenti carriere nell’UE.

Come definiresti gli italiani di oggi? Parti d’Europa temono il ritorno dei fascisti.

Questa è probabilmente la narrativa più stupida che abbia mai sentito. Nelle ultime settimane ho parlato con alcuni giornalisti stranieri, di vari giornali francesi, del Guardian, dell’Economist. Dico a tutti che se vogliono capire l’Italia non devono assolutamente usare narrazioni fasciste. I fratelli italiani costituiscono circa il 25 per cento nel sondaggio. Dire che a 25, con la Liga e Forza Italia di Berlusconi, il 45 per cento degli italiani che sono pronti a votare per uno dei partiti al governo, appoggiano o almeno tollerano i fascisti, non è il modo più intelligente per capire cosa sta succedendo in Italia. Molti italiani vogliono il diritto di venire al governo, per esempio, perché la sinistra non si preoccupa più dei poveri e non articola gli interessi della classe operaia. La sinistra italiana sta diventando un radicale di sinistra chic. Sai, ad esempio, in quale parte di Roma la sinistra ha ottenuto più voti? Al centro – Prati, Vaticano e simili – dove vivono i veri ricchi, fino al 60 per cento ha votato a sinistra. D’altra parte, nella periferia di Roma, Tor Bella Monaca, dove si incontrano anche i poveri, dove ci sono problemi di criminalità migratoria e narcotraffico, fanno punti i Fratelli d’Italia o la Lega. (Rilievo, in origine Lega Nord – ndr). Sono teatro di scontri, talvolta anche di strada, tra autoctoni e immigrati. Altrimenti, Roma è probabilmente la città con l’identità locale più sviluppata tra le maggiori città dell’Europa occidentale. Non è una città europea nello stesso senso di Berlino, Madrid, Londra, Parigi. O come Milano, che è molto più europea della Roma. A Milano hanno avuto, in una certa misura, le difficoltà conosciute dalla periferia di Parigi.

Come è andata la festa dei Fratelli d’Italia? E che dire di Giorgia Meloni, che li guidava? Potete leggere l’intera intervista su ECO PRIMO o nell’edizione cartacea del Weekly Echo. Eco settimanale puoi iscriverti da 249 corone al mese qui.

Tonio Vecellio

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