Roma. Quando domenica sera sono state pubblicate le prime proiezioni, dopo la chiusura dei seggi in Italia, il Partito socialdemocratico (PD) non ha festeggiato. Sebbene il PD sia emerso come il secondo partito più forte con il 19,1 per cento dei voti, il 26,1 per cento dell’estrema destra Fratelli d’Italia (FdI). La corsa all’inseguimento sperata dal PD non si è concretizzata, l’ostacolo del 20 per cento non è stato raggiunto.
In una conferenza stampa lunedì, i politici hanno posto fine alla speculazione iniziale secondo cui il capo del PD Enrico Letta si sarebbe presto dimesso. Tuttavia, al prossimo congresso del partito, non si candiderà più a capo del partito, ma lascerà la precedenza alla prossima generazione. Il PD ora sarà l’opposizione, ha annunciato Letta: “Siamo la seconda forza politica più forte ed è per questo che dobbiamo formare l’opposizione”.
sinistra in frantumi
Anche se Letta resterà in carica, il Partito Democratico dovrà ora trovare da ridire sulla campagna elettorale. Come ha detto in conferenza stampa, Letta lo ha visto tra i partiti centrali. Non stanno lavorando contro i diritti, ma contro il PD.
Ma ci sono anche debolezze nel partito stesso. Come mostrano i risultati elettorali, è impossibile formare una forte alleanza di centrosinistra contro il blocco di destra. L’alleanza attorno ai socialdemocratici ha ottenuto lo stesso numero di voti della sola FdI.
Ad agosto Letta si alleò con i partiti minori Azione e Piu Europa. Inoltre ha negoziato con la lista anche con Verdi e Sinistra Italiana. Azione poi salta di nuovo. Pertanto, l’alleanza di centrosinistra che si è presentata alle elezioni si è indebolita.
In precedenza, il PD aveva a lungo fatto affidamento su un’alleanza con il movimento populista Cinque Stelle, la seconda grande forza di sinistra italiana. Tuttavia, dopo che la precedente amministrazione sotto l’ex capo della Bce Mario Draghi è stata fatta saltare in aria dal Movimento Cinque Stelle, il PD ha poche ambizioni di entrare a far parte di un partito populista di sinistra per le elezioni. Da quando i socialdemocratici hanno annunciato di voler continuare la linea di Draghi, le fusioni non erano più un’opzione nemmeno per il Movimento Cinque Stelle.
Il Movimento Cinque Stelle ha ora vinto alle elezioni uno sbalorditivo 15,3%. Quindi, se il Partito Democratico e il Movimento Cinque Stelle si unissero, avrebbero un totale combinato di quasi il 35 per cento. Insieme ad altri partiti minori, il blocco di centrodestra potrebbe essere in pericolo. Poiché un tale blocco non si verifica, tuttavia, le parti si prendono mandati diretti l’una dall’altra.
L’Alleanza ha svolto un ruolo importante nelle elezioni in Italia a causa del nuovo sistema elettorale. In Italia c’è un misto di rappresentanza diretta e proporzionale. I blocchi forti come quello a destra possono trarne vantaggio.
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