Nuove elezioni in Italia: le dimissioni di Draghi potrebbero innescare uno spostamento a destra – Politica

Le nuove elezioni a seguito delle dimissioni del Primo Ministro italiano Mario Draghi potrebbero comportare un cambiamento nel clima politico nella terza economia europea. “Il centrodestra è pronto a vincere le elezioni del 25 settembre”, ha detto giovedì scorso Matteo Salvini della Lega populista di estrema destra.

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In effetti, le probabilità non sono male: i sondaggi attualmente vedono l’estremista di estrema destra Fratelli d’Italia con la leader del partito Giorgia Meloni in testa.

Con Forza Italia della Lega e Silvio Berlusconi, potrebbero essere in grado di formare una maggioranza di governo in parlamento – e vista la crisi economica e la guerra in Ucraina, ancora una volta scuotendo i pilastri dell’Unione Europea recentemente stabile.

L’ex primo ministro italiano Silvio Berlusconi non ha visto colpe nelle dimissioni del suo partito. “Non siamo colpevoli di quello che è successo, niente”, ha detto il capo conservatore di Forza Italia in un’intervista al quotidiano “Corriere della Sera”.

Secondo Berlusconi, Draghi è annoiato

A suo avviso, Draghi non dovrebbe dimettersi perché Forza Italia non ha votato contro di lui in un voto di fiducia al Senato, ma si è astenuto e Berlusconi ha dichiarato di aver offerto a Draghi una via d’uscita.

“Gli abbiamo anche detto giovedì mattina che eravamo pronti ad aprire un nuovo dibattito alla Camera dei deputati su cosa si poteva fare dopo”, ha detto l’85enne.

Tuttavia, l’ex capo della Banca centrale europea è stato incrollabile. “E sai perché? Perché, diciamo, si annoia”, ha detto Berlusconi. Ha colto l’occasione per andarsene.

La situazione rimane sconcertante, il voto disastroso per il premier apartitico Draghi al Senato mercoledì e la caduta del suo gabinetto troppo fresca per qualsiasi previsione chiara. Anche all’interno dei partiti di coalizione che rifiutano di sostenere Draghi in parlamento, c’è un movimento di dimissioni.

Non è chiara la data di nomina del nuovo primo ministro

Il ministro incaricato del Sud Italia, Mara Carfagna, ha dichiarato di voler prendere le distanze dal conservatore Forza Italia. Il suo compagno di partito Renato Brunetta, ministro della Pubblica Amministrazione, vuole lasciare il partito dell’ex presidente del Consiglio Berlusconi. E anche in parlamento i primi deputati cambiarono posizione per frustrazione.

Le prossime elezioni parlamentari, infatti, non saranno programmate fino alla primavera del 2023, ma come spesso è accaduto in passato, gli italiani dovranno andare alle urne in anticipo. Il governo Draghi resterà in carica fino a quando non ci sarà un nuovo presidente del Consiglio.

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Ma quando ciò accadrà non è chiaro. I negoziati di coalizione potrebbero trascinarsi a seconda dell’esito delle elezioni. Secondo gli esperti, a novembre potrebbe esserci un nuovo governo.

Il fatto che la campagna elettorale sia effettivamente iniziata renderà anche difficile per il governo in carica attuare ulteriori riforme attraverso il parlamento. E servono con urgenza: l’Italia ha bisogno di soluzioni per combattere l’inflazione, la crisi energetica e gli effetti della siccità.

L’UE spera anche in progressi prima che Roma possa sottrarre miliardi in più dal fondo di sovvenzioni di Bruxelles.

Draghi sta ancora salutando

“Penso che l’Italia abbia ancora bisogno di Draghi”, ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. E con ciò non dovrebbe parlare solo dall’anima di molti dei suoi 60 milioni di compatrioti. Il Primo Ministro, che ha agito in modo relativamente discreto ed efficiente, è stato molto rispettato anche all’estero, dove la precedente amministrazione ha dipinto un quadro piuttosto caotico.

L’ex capo della Banca centrale europea ha reintegrato la nazione fortemente indebitata dopo essere entrato in carica nel febbraio 2021. Ad esempio, ha assicurato all’Italia l’accesso temporaneo agli aiuti dell’UE per la ricostruzione dopo la pandemia di coronavirus, cosa che la precedente coalizione guidata da Giuseppe Conte non è riuscita a fare.

Ma questo successo sarà solo una fase intermedia se non verranno seguiti ulteriori passaggi. Conte, che all’epoca era ancora indipendente, divenne capo del Movimento 5 Stelle populista di sinistra, che è in gran parte responsabile dell’attuale crisi di governo.

Le stelle hanno lasciato Draghi sospeso in un voto di fiducia del Senato la scorsa settimana, spingendo il 74enne romano a presentare le sue dimissioni. Il capo dello Stato Sergio Mattarella ha rifiutato.

Ma al più tardi mercoledì l’azione è piena: i tre partiti di governo – Cinque Stelle, Lega di estrema destra e Forza Italia – rifiutano di fidarsi di Draghi, quindi non vede altra via che dimettersi.

Stavolta si è arreso anche Mattarella. Il Presidente della Repubblica decide di sciogliere le due Camere del Parlamento. Nel bel mezzo delle festività natalizie, gli italiani si trovano ora ad affrontare settimane inquiete di campagna elettorale. (Dpa, cucchiaino)

Basilio Montalto

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