Molestie sessuali
Come una giornata sul Lago di Garda si è trasformata in una giostra dell’orrore
A cura di Andrea Affaticati, Milano
17/06/2022, 12:10
Un rave nella città di Peschiera sul Lago di Garda finisce con aggressioni e rivolte, cinque ragazze minorenni vengono molestate sessualmente su un treno. Come al solito, la politica italiana era furiosa e tornò presto alla vita di tutti i giorni.
Il 2 giugno non sarà sicuramente dimenticato dalle cinque ragazze, tutte di età compresa tra i 16 ei 17 anni, che hanno preso il treno per Milano dopo una giornata al parco divertimenti “Gardaland” di Peschiera del Garda. Pochi giorni dopo, una delle ragazze ha detto ai media: “C’erano già molte persone sui binari oltre che sul treno, tra cui molti giovani nordafricani, soprattutto marocchini. Sono stati anche loro a tirare l’emergenza freno. Avevamo paura Eravamo impegnati e cercavamo di spingerci oltre la folla. Siamo stati assaliti e toccati, glutei, gambe, fianchi. Mi sono ammalato, ho iniziato a piangere e ho avuto attacchi di panico. Bande di ragazzi e ragazze ci urlavano contro che eravamo erano bianchi, avevano dei privilegi, non dovrebbero essere sul treno, e poi hanno continuato a bloccarci la strada”.
Alla fine, uno di loro è riuscito a mandare un messaggio a suo padre. “Prima ho chiamato la polizia a Peschiera”, ha detto in seguito. “Mi hanno detto che dovevo chiamare il numero di emergenza 112. L’ho fatto, ma la risposta è stata la polizia ferroviaria in carica. Ero furioso e spaventato a morte per mia figlia. Mi ha detto che molti giovani la maltrattano ubriaca. Quindi ho salì in macchina e andò al Lago di Garda”. Nel frattempo, uno dei passeggeri, un uomo anche lui migrante africano, è riuscito a sfondare la folla e ad aiutare le ragazze. Scendono alla prossima fermata a Desenzano.
Da allora, la polizia ha indagato su 30 sospetti, più o meno della stessa età delle ragazze vittime di abusi. Si dice che siano tutti di casa nel milanese e la maggior parte di loro sono minorenni. Due settimane dopo l’incidente, non si sapeva altro, nonostante le descrizioni abbastanza accurate della persona da parte delle ragazze che hanno sporto denuncia il giorno dopo.
Se guardi le foto e soprattutto i video su TikTok che sono stati fatti a Peschiera del Garda il 2 giugno, sorgono alcune domande insolite. Perché quel giorno tutto andò storto nel paese sul lago di Garda.
Il 2 giugno è festa nazionale in Italia; il 2 giugno 1946 la maggioranza degli italiani votò per la repubblica. Il giorno è stato scelto come data per un rave chiamato “Africa a Peschiera” e pubblicato tramite TikTok. Non si sa esattamente chi sia stato invitato a questo incontro. Il sindaco di Peschiera del Garda, Orietta Gaiulli, ha notificato il piano alle autorità di sicurezza a fine maggio, poiché tale incontro si era svolto lo scorso anno. Indica anche un video di TikTok. Tuttavia, la loro richiesta di aumentare le forze di sicurezza è rimasta senza risposta.
Calma prima della prossima corsa
Così, quel giugno, centinaia di giovani, principalmente veneti e lombardi, si recarono alla spiaggia di Peschiera. Infine, sono iniziate rivolte e scontri. Anche cosa l’abbia innescato non è ancora chiaro: un sospetto tentativo di rubare una borsetta, come si vede nel filmato. La situazione è degenerata. Un operatore di spiaggia ha raccontato di una giovane donna che è stata accoltellata e di due adolescenti che sono stati colpiti alla testa con una bottiglia. Solo l’intervento della polizia con equipaggiamento antisommossa ha riportato la pace. Ma come dovrai capire in seguito, si tratta di calma prima del prossimo attacco.
Ricordando gli eventi di quella giornata e guardando il video della stazione ferroviaria di Peschiera quel pomeriggio, non si può fare a meno di chiedersi perché così tante persone siano state autorizzate a salire sul treno. La risposta è semplice: i treni sovraffollati provenienti dalle località balneari, sia in riva al lago che in riva al mare, raggiungibili in poche ore dalla grande città, purtroppo non fanno eccezione. Nessuno sembrava aver pensato che il giovane che in precedenza si era ribellato sulla spiaggia non fosse solo seduto sulla carrozza.
Salvini chiede di ridurre l’età della responsabilità penale
Come di consueto in questi casi, l’incidente di Peschiera ha spinto i politici italiani a fare più o meno vuote dichiarazioni di solidarietà o di egoismo. Debora Serracchiani, leader del Partito Democratico alla Camera dei Deputati, ha sottolineato: “La violenza contro le donne va sempre condannata con fermezza, non importa da dove provengano gli aggressori, da quale Paese, da quale cultura, sia che abbia agito da sola o sia stata istigata da altre persone. Deve essere ritenuta responsabile. Allo stesso tempo, deve essere assicurato che ogni ragazza e ogni donna si senta autorizzata a denunciare tali incidenti”. Per Vito Comencini, il populista nazionale leghista, questi eventi dimostrano che la legge Ius Soli richiesta dai Democratici, che avrebbe consentito ai minori di genitori stranieri nati in Italia e che hanno terminato il ciclo scolastico, di ottenere la cittadinanza italiana. prestare più velocemente non ne vale la pena. “Mi chiedo come alcuni politici possano ancora parlare di integrazione quando i giovani protagonisti di questi atti possono testimoniare chiaramente di andare nella direzione opposta”, ha detto Comencini.
Il boss della Lega Matteo Salvini ha parlato di “baby gang” straniere e ha chiesto una riduzione dell’età della responsabilità penale per alcuni reati: “Perché i membri di queste bande sanno che finché sono minorenni non corrono rischi. E se lo fanno, quindi solo l’ora sociale”.
Sono passate ormai due settimane dalla drammatica esperienza delle ragazze e si dice che almeno altre cinque ragazze abbiano vissuto la stessa cosa sul treno. I politici hanno da tempo detto addio a questo argomento. Il tema della violenza sulle donne è caldo. Solo dall’inizio dell’anno, più di venti donne sono state uccise dai coniugi o dai mariti, l’ultima ieri. “L’Italia detiene il record di omicidi femminili”, segnalato Portale d’informazione altoatesino lo scorso anno. Per combattere questa violenza, dobbiamo prima di tutto prenderci cura dei giovani, indipendentemente dalla loro origine, colore o religione.
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