Arrigo Petacco, “L’ultima crociata

Non perdetevi questo sabato 04.06 il best seller mondiale dell’eminente storico, * Arrigo Petacco, “L’ultima crociata – Quando gli ottomani raggiungono il cuore dell’Europa”. Un libro – un documentario che infrange il mito della “Turchia europea”, in esclusiva con Parapolitika.

«Quindi mostrami cosa ha portato Maometto. Troverai solo cose brutte e disumane, come le sue istruzioni per difenderle con la spada della credenza

predicare».

(Manuel II Paleologo, imperatore di Bisanzio (1350-1425) a un intellettuale musulmano. Citato da Benedetto XVI in un discorso a Ratisbona il 12 settembre 2006)

Dopo la croce e la mezzaluna, Arigo Petago tornò e si occupò del proseguimento del conflitto dell’Islam con l’Occidente, a partire dal 1522, quando i potenti ottomani, guidati da Solimano il Magnifico, si spinsero oltre le sue mura. L’arrivo dell’inverno significò la partenza degli ottomani e la revoca dell’assedio di Vienna, ma la capitale asburgica sarebbe rimasta in costante pericolo per i due secoli successivi. Quando nel 1683 i giannizzeri si ritrovarono sotto le mura di Vienna, contemporaneamente a Ratisbona, la Dieta Imperiale dichiarò un’ultima crociata: con la vittoria di Eugenio di Savoia, generale degli Asburgo, contro le forze ottomane nella battaglia di Islam. minaccia.

Secondo l’autore, il dibattito apertosi con il discorso di Benedetto XVI a Ratisbona nel settembre 2006, ha conferito un nuovo significato alla crociata, l’Ultima Crociata, per l’instaurazione dell’ultima grande operazione di unità dei cristiani che è poi riuscita a liberare l’Europa dalla minaccia di invasione musulmana.

CAPITOLO DEL LIBRO CON TITOLO:

I. PRIMA PREPARAZIONE

II PIRATERIA, SCHIAVI E TRADIZIONI ARABE

III SULAIMAN

  1. IN EUROPA GESTIONE
  2. RISPOSTA CRISTIANA

VI. RICCHEZZA OTTOMANA E CRISTIANA

POTENZA DOPO NAFPAKTO

VII. l’assedio di creta

VIII. assedio di Vienna

IX. TURCHIA GRANDE GUERRA

CITAZIONE DALLA PREMESSA DEL LIBRO:

“Appuntamento a Ratisbona

La Baviera Regensburg è un punto di riferimento preciso per coloro che desiderano riscrivere la storia della duratura lotta dell’Islam contro il cristianesimo. A Ratisbona, nel 1529, l’ondata dell’Islam che investì l’Europa si fermò. Don Juan d’Austria, vincitore della battaglia di Nafpaktos, nacque a Ratisbona nel 1545. A Ratisbona, nel 1684, la Dieta Imperiale dichiarò una crociata finale che pose fine alla minaccia dell’Islam, e ancora a Ratisbona, tre secoli dopo, Benedetto XVI , che tornò in qualità di papa al suo ex capo della storia teologica. intitolata Lectio magistralis che, forse per codardia, ha tardato a cogliere segnali politici e avvertimenti profetici. Ma torniamo a Ratisbona. Alla fine del 1529 Solimano il Magnifico, detto il “Legislatore” oltre che il “Maestoso”, dopo la marcia trionfale nei Balcani, aveva raggiunto le porte di Vienna e l’aveva circondata, mentre l’avanguardia della sua cavalleria era avanzata lungo il Danubio a Ratisbona, che segnerebbe il confine dell’espansione più estrema dell’Islam nel vecchio continente. Tutta la cristianità è in pericolo. In Occidente, tutti i governi erano ben informati del giovane sultano che minacciava l’Europa. Sapevano che aveva quasi 35 anni e che era un uomo solitario, riservato e solitario all’apice del potere, determinato a realizzare l’ambizioso piano dei suoi predecessori: la conquista di Vienna. Questa città, secondo la fantasia islamica, è chiamata la “mela d’oro”, mentre la “mela rossa” di Roma, i due ambiti frutti, secondo antiche profezie, doveva essere raccolta dal sultano.

Nonostante la minaccia imminente, papa Clemente VII, giudicando “tristi e sconvolgenti” le notizie che gli pervenivano dalla frontiera orientale, fu afflitto da un altro problema. Per lui l’anticristo, nemico della fede, non camminava sulle sponde del Danubio, ma si radicava nel cristianesimo stesso, sul territorio della Germania, dove il monaco agostiniano Martin Lutero diffondeva senza ostacoli le sue eresie. Un cristianesimo unito, ha detto il papa, deve opporsi in tutto e per tutto alla dottrina dei monaci ribelli, così come contro l’imperatore Carlo V, che si rifiutava arrogantemente di obbedire alla Santa Sede. Con abile atto diplomatico Clemente VII riuscì anche a creare la Santa Coalizione, che però non si rivolse militarmente contro il sultano, ma contro l’imperatore cattolico che aveva sconfitto a Pavia Francesco I, profondo re di Francia. . Di conseguenza, ansiosi inviati austriaci e ungheresi che vennero a Roma per chiedere il suo aiuto contro gli invasori turchi ascoltarono la sua santa parola e ricevettero la sua santa benedizione, ma se ne andarono a mani vuote. Da parte sua, nemmeno Lutero sostenne la causa cristiana: «Una battaglia contro i turchi», avvertì fatalmente l’eretico riformatore, «significherebbe che ci rivolgiamo contro Dio, che con questa frusta intende punirci per i nostri peccati». Suleiman era consapevole dell’ostilità che divideva il mondo cristiano quando lanciò la sua prima campagna contro l’Occidente. Ebbe ottimi servizi di spionaggio ed era anche un ottimo consigliere nella persona del Gran Visir Ibrahim Pasha, uno schiavo greco ribelle che leggeva Dante in italiano e poesie in latino. Fu in contatto con il re francese, con il quale avrebbe poi stretto la cosiddetta “alleanza empia”, nonché con i protestanti luterani, che, poiché rifiutavano santi e icone sacre, erano considerati da Abramo un possibile alleato contro la Chiesa di Roma”.

*Biografia dello scrittore:

Arigo Petaco (1929-2018) è nato a Castelnuovo Magra in provincia di La Spezia in Italia. Ha lavorato come giornalista e inviato speciale, è stato direttore del quotidiano La Nazione e della rivista Storia illustrata. Nella sua attività di giornalista, per la quale ha vinto il Premio Saint Vincent nel 1983, ha avuto l’opportunità di intervistare alcuni dei principali personaggi della seconda guerra mondiale. Scrittore molto prolifico e saggista, abbastanza trasmesso libri sul grande schermo e registrato molti programmi TV di successo con un tema storico alla televisione italiana. Nei suoi libri affronta le grandi questioni della storia, spesso ribaltando alcune versioni di quelle che sono considerate verità indiscutibili.

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Settimio Lombardi

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