Il ministro della Salute italiano, Orazio Scilacci, ha fatto riferimento al fenomeno sempre più diffuso delle aggressioni da parte di pazienti e loro familiari contro infermieri e medici negli ospedali pubblici del Paese.
In Italia, gli attacchi ai lavoratori sono ormai all’ordine del giorno poiché gli incidenti violenti aumentano rapidamente. Il clou è stato l’episodio accaduto la scorsa settimana in provincia di Foggia in Puglia, quando circa 50 persone hanno tentato di linciare i medici, provocando la morte di una donna di 23 anni. Il povero 23enne è morto durante un intervento chirurgico e ha fatto arrabbiare parenti e amici e ha fatto irruzione nell’ospedale, accusando il personale di aver ucciso la giovane e iniziando a picchiare violentemente i medici. Ci sono state 3 vittime dell’aggressione, prima che gli agenti sanitari riuscissero a rifugiarsi in una stanza.
Quindi, se il governo sembra voler aumentare il numero di poliziotti negli ospedali, sono state proposte varie misure per affrontare la violenza contro il personale medico, come la sospensione di tre anni delle cure mediche per le persone violente, ma anche la creazione di un istituto di polizia . permesso di portare armi ai medici per legittima difesa.
“Abbiamo parlato con il ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Crediamo che in questa fase la misura più utile per cercare di contrastare questo fenomeno inaccettabile – ovvero gli attacchi al personale infermieristico – sia l’approvazione degli arresti automatici, offrendo alle forze di polizia una finestra di tempo affinché possano identificare i responsabili”. , ha sottolineato Skilatsi.
“Come governo, stiamo affrontando urgentemente questo problema cronico, stiamo anche aumentando le relative sanzioni. Ma ora servono altri interventi”, ha aggiunto il ministro incaricato. Questo grave problema è tornato ad essere argomento di grande attualità, in Italia, dopo i due attacchi al personale infermieristico, avvenuti in Puglia nei giorni scorsi.
“Abbiamo concordato con Skilatsi l’arresto immediato, entro quarantotto ore dai violenti attacchi contro medici e infermieri. Ora tutti i nostri ospedali devono essere dotati di videosorveglianza a circuito chiuso e nessuno può entrare nelle loro strutture”, ha commentato Filippo Anelli, presidente della Federazione delle associazioni dei chirurghi italiani.
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