I governi europei potrebbero aver annunciato la fine dei lockdown in estate, con la certezza che un vaccino fermerebbe la pandemia, ma le mutazioni e le debolezze del sistema sanitario, che non si sono sostanzialmente rafforzate in nessun Paese europeo, si stanno riprendendo. repressione.
A dare il via è stata l’Austria, che ha imposto un lockdown orizzontale per venti giorni da oggi, annunciando anche a febbraio la vaccinazione obbligatoria dell’intera popolazione. La Germania ha seguito un blocco nello stato della Baviera, mentre il ministro della Salute Jens Spann ha affermato in una dichiarazione sarcastica che entro la fine dell’inverno tutti nel paese sarebbero stati vaccinati o sarebbero morti a causa del coronavirus.
Angela Merkel ha successivamente annunciato un sostanziale lockdown generale, descrivendo la situazione nel Paese come drammatica e le azioni intraprese inadeguate.
E se per Germania e Austria queste misure sono il risultato di tassi di vaccinazione relativamente bassi, lo stesso non vale per l’Italia, che ha vaccinato oltre l’80% della popolazione.
Mini lockout anche in Italia
Nelle aree italiane gli enti locali hanno deciso un mini-lockdown a causa della grande diffusione dei casi. Più nello specifico, da dopodomani diventeranno obbligatorie le mascherine protettive negli spazi aperti e le mascherine FFP2 per l’utilizzo dei mezzi di trasporto.
Contestualmente, nei venti comuni situati ad Ano Adigi (la maggior parte dei quali sono aree di lingua tedesca), dove si è registrato il tasso di infezione più alto, si è deciso di imporre misure più stringenti come mini-serrature, con bar e ristoranti chiusura alle 18 e coprifuoco dalle 20 alle 5.
Per ora rimarranno aperti gli impianti sciistici del comprensorio, ai quali però è consentito l’ingresso solo con la “carta verde vaccinata”. Secondo i media, infine, per il periodo natalizio è prevista una forte riduzione delle prenotazioni dei turisti italiani e austriaci.
Cipro si sta anche muovendo verso misure più rigorose, con un comitato di esperti che propone il divieto degli eventi natalizi, test rapidi dell’intera popolazione nelle aree in cui vengono rilevate catene di casi, indipendentemente dalla storia delle vaccinazioni e una miriade di altre misure.
E in GRECIA;
In Grecia il governo ha ribadito che non erano necessarie misure restrittive orizzontali, ma l’immagine della pandemia non escludeva alcuna possibilità. La situazione dell’NSS è drammatica con oltre 600 intubati oggi, mentre il bilancio delle vittime supera i 100 dopo mesi. Allo stesso tempo, le operazioni regolarmente programmate sono state ridotte dell’80%, il che indica lo stato marginale del sistema sanitario.
Il governo si augura che le nuove misure che entreranno in vigore da oggi riescano a ridurre lo spread esponenziale, tuttavia gli esperti parlano chiaramente di un inverno difficile, in quanto la quarta ondata non ha ancora raggiunto il suo apice.
In ogni caso, si scopre che il “tabù” del lockdown è stato infranto ancora una volta, perché a parte le vaccinazioni e la necessità che un’economia ferita funzioni, il sistema sanitario è un barometro delle decisioni “difficili” a livello europeo. E purtroppo dopo quasi due anni di pandemia e nonostante i continui appelli dell’OMS a una spinta coraggiosa per i sistemi sanitari pubblici, i governi europei sono ancora una volta nella stessa posizione.
Chiudere le comunità perché non riescono a far fronte a una nuova ondata di pandemie nonostante le vaccinazioni, con i sistemi sanitari – anche quelli ritenuti più robusti – non preparati ad accettare le pressioni preannunciate.
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