Un caso che ha scioccato il popolo colombiano. Il caso del rapimento, stupro e uccisione di una bambina di sette anni da parte di un architetto. Il giudice ha “parlato” e lo ha condannato a quasi 52 anni di carcere.
L’architetto Rafael Uribe Noguera, 38 anni, discendente da una ricca famiglia di Bogotà, ha rapito Juliana Saboni, 7 anni, in una zona remota della capitale colombiana lo scorso dicembre. L’ha portata nel suo appartamento di lusso, l’ha violentata e poi uccisa.
Il corpo di un bambino senza vita nel suo appartamento. In tribunale, Noguera ha ammesso il crimine, ma ha dichiarato di aver fatto quello che ha fatto mentre era ubriaco e sotto l’effetto di droghe e di non essere consapevole delle sue azioni. Infatti, dopo l’omicidio del minore, la sua famiglia lo ha mandato in una clinica di disintossicazione a causa della sua dipendenza da cocaina e alcol.
La giuria lo ha condannato a 51 anni e 10 mesi di prigione e a una multa di 25.000 dollari. Il caso ha naturalmente causato un’enorme reazione in Colombia e, temendo ritorsioni da parte della famiglia della vittima, la polizia ha messo l’autore del reato in giubbotti antiproiettile per farlo uscire dal tribunale, dove una folla inferocita si è radunata e lo ha deriso.
Anche il presidente della Colombia, Juan Manuel Santos, è rimasto scioccato da questo caso e ha chiesto tramite un post su Twitter che “la giustizia dia tutto il peso ai responsabili” di questo omicidio.
In Colombia la pena massima che può essere comminata e richiesta dalla Procura è di 60 anni di carcere. La procura e i genitori della ragazza hanno deciso di presentare ricorso contro la decisione.
Fonte: APE-MEB
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