Secondo un portavoce del ministero dell’Interno, nel luglio di quest’anno sono avvenuti solo nove cosiddetti trasferimenti Dublino verso l’Italia. Si tratta di un trasferimento in cui le persone interessate si recano volontariamente e autonomamente verso uno Stato membro dell’UE competente, l’Italia.
Come ha affermato il portavoce, è dovere della Commissione Ue, in quanto “custode del trattato, verificare il rispetto del diritto europeo negli Stati membri e adoperarsi per la sua attuazione”. Il governo federale presume “che l’Italia rimuoverà le barriere esistenti per trasferire il traffico il più rapidamente possibile”, ha affermato un portavoce del ministero. Nell’ambito del regolamento Dublino III, il governo di Roma è infatti obbligato a riprendere in carico i rifugiati che si sono trasferiti in Germania e che sono entrati in precedenza nell’UE in Italia. Le relative deportazioni dalla Germania sono state interrotte da quando il governo del primo ministro Giorgia Meloni ha sospeso la procedura lo scorso dicembre. Il motivo addotto dal governo italiano in quel momento era che la capacità di accogliere i profughi era esaurita. Il segretario parlamentare FDP Stephan Thomae ha criticato aspramente le azioni del governo italiano. “È una palese violazione del sistema di Dublino consentire ai rifugiati di proseguire per la Germania e poi non riportarli indietro”, ha affermato. Se necessario, il ministro dell’Interno Nancy Faeser (SPD) dovrebbe “garantire con i suoi omologhi europei il rispetto delle norme di Dublino”.
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