I disordini sembrano essersi placati in Francia sei giorni dopo che il diciassettenne Nael è stato ucciso da un agente di polizia a Nanterre, ma 220 aree in tutto il paese hanno già preso il sopravvento dall’ondata di violenza.
Le tensioni si sono allentate, anche se secondo un nuovo conteggio del ministero dell’Interno sono stati effettuati durante la notte un totale di 157 arresti. Ci sono stati 352 incendi su strade pubbliche, 297 veicoli bruciati e 34 danni a edifici. Tre agenti di polizia sono rimasti feriti e una stazione di polizia e una caserma della gendarmeria sono state danneggiate.
Il bilancio complessivo delle vittime è stato tragico: in cinque giorni, più di 5.000 auto sono state bruciate e 1.000 edifici bruciati o saccheggiati. Più di 3.300 giovani sono stati arrestati e 700 agenti di polizia feriti.
I disordini sono stati segnati anche da un’auto incendiaria che ha attaccato la casa del sindaco di Aisle-le-Rose, Vincent Jeanbrin, minacciando di bruciare vivi moglie e figli. “Sono un sindaco, non sono perfetto. Ma non avrei mai pensato che la mia famiglia sarebbe stata minacciata di morte”, ha detto il sindaco, che è cresciuto nelle case popolari e proviene da una famiglia italiana.
“In queste reggenze non ci sono più strutture pubbliche, negozi e mix sociale”, si è lamentato. “Non è necessariamente più soldi. Ma dobbiamo usarla meglio e rafforzare tutti coloro che difendono la democrazia”, ha sottolineato Zanbrin, invitando tutti i sindaci ad issare oggi alle 12 la bandiera francese sul palazzo del sindaco.
“Sii forte e non più una maggioranza silenziosa! Sono sempre i piccoli gruppi a rovinare l’immagine degli immigrati. Quindi, lunedì alle 12, siate davanti al municipio”, ha detto il sindaco di Aile Le Rose, un piccolo paese a 10 chilometri da Parigi.
L’intervento di Macron
Ma tutto questo è noto. Dal 1977 sono stati preparati un totale di dieci piani d’azione per i quartieri socialmente svantaggiati. Nel suo primo mandato, il presidente francese Emmanuel Macron ha raddoppiato il suo budget per ristrutturare edifici fatiscenti e finanziare programmi sociali.
Il presidente della Francia questa mattina ha ricevuto i presidenti di Camera e Senato, per verificare la situazione. Il primo ministro Elizabeth Bourne riceverà anche i leader di tutti i gruppi parlamentari.
fase di incertezza
La poliedrica “Rivoluzione francese” ha intrappolato il Paese in una certa fase di debolezza e incertezza sul futuro. , ancora avanti.
Gli eventi scatenati dall’omicidio del diciassettenne Nael sono solo la punta di un enorme iceberg, in cui si mescolano questioni economiche, politiche e culturali. Un fenomeno che domina da decenni la società francese, che rimane frammentata tra i “centres” – le grandi città, da un lato, e le banlieues – le “periferie”, abitate da immigrati e cittadini francesi di seconda e terza generazione. Alcuni analisti sostengono che i fattori alla base dell’omicidio di Nael fossero puramente razziali, un riflesso delle profonde divisioni che esistono nella società francese.
Divario economico
Un’altra interpretazione mette in discussione la disparità economica tra la popolazione “centrale” e le banlieues. Da questo punto di vista, la morte del 17enne non è stata altro che l’occasione per l’ennesima ribellione allo Stato.
Indubbiamente c’è anche il multiculturalismo che caratterizza lo stato francese, in cui molti cittadini, la maggior parte dei quali provenienti dall’Africa, non possono integrarsi e addirittura odiano istituzioni e simboli statali.
La rivolta è tornata indietro ai violenti incidenti del 2005, quando la morte di due adolescenti che cercavano di fuggire dalla polizia ha scatenato settimane di violente proteste, con centinaia di giovani dei sobborghi più poveri di Parigi che hanno bruciato auto ed edifici.
Al centro del malcontento sono tornate le banlieues, periferie francesi impoverite e multiculturali abitate da generazioni di immigrati dal Maghreb e dall’Africa sub-sahariana. Spesso trattati come cittadini di seconda classe, questi residenti suburbani nutrivano un odio per le istituzioni francesi, in particolare la polizia. La tensione è sempre repressa, pronta ad esplodere da un momento all’altro…
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