A una settimana dall’inizio delle forti piogge nel Nordest italiano torrenziale, la situazione rimane estremamente difficile ei progressi sono rapidi.
Il ravennate allargato continua ad affrontare grandi problemi, tanto che il sindaco della città, Michele de Pascale, in un’intervista al Corriere della Sera, ha affermato che a seguito dell’allagamento “dietro Ravenna c’è un lago, e ci vorranno giorni (affinché l’acqua possa drenare) può essere scaricata in mare” e che “se il sistema di pompaggio dell’acqua viene interrotto ora, l’acqua raggiungerà il centro della città”. Infatti, secondo lo stesso quotidiano, la situazione resta critica nel Lugo di Romagna, e il Prefetto di Ravenna ha annunciato “l’imminente arrivo di pompe idriche dalla Slovenia e dalla Slovacchia”.
Quindi, mentre si stanno compiendo grandi sforzi per consentire all’enorme volume d’acqua di raggiungere il mare, la Prefettura di Forlì-Cesena ha affermato che, a seguito di forti piogge e acque torrenziali su un’area più ampia, esiste anche “il rischio che le inondazioni abbiano portato o portato residuati bellici scoperti” – un ulteriore pericolo nella situazione attuale.
Anche se su scala ridotta, domani martedì 23/05 dovrebbe entrare in vigore un’allerta rossa in alcune province di Bologna, Forlì-Cesena e Ravenna, mentre parti dell’Appennino si tingono di arancione per il rischio di frane . In particolare, il livello del fiume Po è aumentato anche nel Nord Ovest Italia, anche se per il momento non ci sono state particolari preoccupazioni da parte delle Autorità.
Ingenti danni alle colture e al bestiame
La prima stima dei danni è stata lanciata dal sindacato agricoltori Coldiretti, secondo cui le alluvioni “hanno distrutto più di 5.000 allevamenti industriali e allevamenti in una delle regioni più agricole del Paese, con una produzione lorda vendibile di circa 1,5 miliardi di euro”. . Le inondazioni hanno colpito anche i campi, provocando la “perdita di almeno 400.000 tonnellate di grano” e frutteti, “soffocando” le radici degli alberi “fino a marcire, rendendo necessario lo sradicamento e il reimpianto di quasi 15 milioni di colture, tra cui pesche, nettarine, kiwi, albicocche , pere, prugne, mele, cachi e ciliegie.”
I danni erano diffusi anche nelle fattorie. Nelle zone colpite sono presenti “250.000 bovini, suini, ovicaprini” il rapporto Coldiretti, ma anche “circa 400 capi avicoli, tra polli, galline ovaiole e tacchini” in cui si sono verificate “diverse situazioni critiche, con migliaia di morti e di animali soffocanti”.
Il 23/05 decisione per l’assistenza alle zone colpite
Il ritorno di Georgia Meloni prima del G7 e le visite nelle aree colpite sono state apprezzate sia dai residenti rumeni che dai politici locali, con il primo ministro italiano che si è fatto un’idea dell’entità del disastro.
Oggi in Emilia-Romagna per toccare con mano il frangente in cui si trovava questa terra.
Compiti di Governo e di Stato, oltre all’eccezionale operato della Protezione Civile, delle Forze dell’Ordine, delle Forze Armate, dei Vigili del Fuoco e dei Ranger… pic.twitter.com/1RyNtpm5Ke— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) 21 maggio 2023
Domani, martedì 23/05, si riunirà il Consiglio dei ministri per prendere decisioni in merito alla gestione dell’emergenza. Come sottolineato dalla stampa italiana, oltre ai primi 20 milioni di euro per le prime necessità, le stime del Governo italiano parlano di un impegno di risorse di 100 milioni di euro, ma anche per l’esonero di imprese e cittadini dal pagamento delle tasse almeno fino alla fine di quest’anno.
Infine, secondo Meloni, “il Fondo europeo di solidarietà può essere utilizzato per le situazioni di emergenza” ma anche per l’eventuale redistribuzione delle risorse “sui 3 miliardi disponibili in regione per la prevenzione del rischio idrogeologico”. Anche se, secondo la vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, Irene Priolo, vista l’espansione dell’area interessata, la spesa “supera sicuramente i 5-6 miliardi, ma fare stime adesso non è facile”.
Fonte: ertnews.com
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