A Bruxelles regna la confusione e la preoccupazione per la prospettiva di una coalizione di governo di destra che prenda il potere in Italia. Gli elettori italiani sono stati chiamati alle urne subito dopo le dimissioni del governo di Mario Draghi a luglio.
Se i sondaggi d’opinione confermeranno, per la prima volta in Italia – terza economia dell’UE e membro fondatore – un governo di estrema destra nella storia del dopoguerra prenderà il potere. Dopo la chiusura dei seggi, è prevista la pubblicazione dei risultati di una serie di sondaggi.
Il primo exit poll uscirà verso mezzanotte, ora greca, e alle 3 del mattino avremo i primi risultati ufficiali.
Il partito nazionalista Fratelli d’Italia di Georgia Meloni, gli euroscettici di Matteo Salvini, così come i partiti di estrema destra Liga e Forza Italia di Silvio Berlusconi probabilmente otterranno stasera una netta maggioranza.
Questa coalizione invia messaggi contraddittori, che preoccupano l’UE e la NATO. Da un lato Georgia Meloni si presenta come filoatlantica, mentre dall’altro Salvini e Berlusconi si presentano piuttosto tolleranti nei confronti del presidente russo Vladimir Putin.
In termini di stato di diritto, libertà fondamentali, diritti LGBTI, uguaglianza di genere o persino immigrazione, Roma è destinata ad essere più vicina alla posizione dell’Ungheria o della Polonia, a giudicare dalle dichiarazioni pre-elettorali della Meloni.
La domanda per Bruxelles è se sia possibile sviluppare una cooperazione costruttiva con un tale governo o se si presenteranno tensioni su questioni critiche, come la guerra in Ucraina, le sanzioni alla Russia, l’energia, l’economia, l’immigrazione, i diritti e le libertà individuali. .
Tra l’altro, Bruxelles teme che Giorgia Meloni abbia annunciato di voler rinegoziare parte dei termini previsti dal piano di rilancio dell’Italia, per un totale di 191,5 miliardi di euro, la cifra più alta assegnata a qualsiasi stato membro. .
Ma i margini di trattativa sono stretti e nessuno nelle istituzioni europee vuole vedere congelate le riforme attuate dal premier italiano Mario Draghi.
Del resto, con un debito che supera il 150% del Pil, l’Italia non ha margini di manovra.
Ursula von der Leyen ha inviato un messaggio chiaro, anche se un po’ imbarazzante, dalla Princeton University: “Lavoreremo con qualsiasi governo democratico che voglia lavorare con noi”, ma “se le cose vanno male, abbiamo gli strumenti” per rispondere, afferma la Commissione presidente Europa.
Il presidente della Commissione ha fatto l’esempio di Polonia e Ungheria, due Paesi che sono stati “puniti” con il congelamento dei fondi del Recovery Fund.
Come sempre accade, e stavolta Bruxelles attenderà i primi esempi di scrittura dal prossimo governo italiano.
“Vedremo i risultati delle elezioni”, ha detto il presidente del KPU.
L’intervento un po’ inatteso di Von der Leyen, che dall’inizio del suo mandato non si era mai palesato così chiaramente prima di un’elezione, se nulla attesta quanto sia prevalsa un’intensa riflessione ai massimi livelli delle istituzioni europee e la volontà di Bruxelles di inviare una chiara messaggio in alto ogni direzione.
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