Test dell’umore per Salvini e Conte

Re nove milioni di aventi diritto al voto sono stati chiamati domenica in Italia per eleggere i propri sindaci, parlamenti comunali e consigli comunali in 978 città e comunità. Inoltre, tutti gli elettori a livello nazionale devono indire un referendum sui punti chiave della riforma giudiziaria decisa dal parlamento. Nuovi sindaci saranno eletti in 26 grandi città, compresi i capoluoghi di quattro delle 20 regioni del Paese: Catanzaro in Calabria in punta di piedi, Genova in Liguria nel nord-ovest, L’Aquila in Abruzzo e Palermo in Sicilia. In queste 18 città governano attualmente i sindaci dei partiti di destra, in cinque città governa la sinistra e in tre città i leader delle liste dei cittadini.

Mattia Rub

Corrispondente politico per Italia, Vaticano, Albania e Malta con sede a Roma.

Sebbene la campagna elettorale del capo regionale si sia in gran parte incentrata su questioni locali, l’elezione del capo regionale è un importante test del sentimento in vista delle elezioni generali di marzo 2023. I politici di spicco a livello nazionale sono impegnati in tournée nel paese per la campagna per i loro candidati locali. Per due leader di partito le cui stelle sono cadute per mesi, domenica è stata quasi una questione di sopravvivenza politica. Si tratta dell’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini della Lega Nazionale di estrema destra e dell’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte, leader del partito populista di sinistra Movimento Cinque Stelle.

La Lega, che Salvini è diventata la forza politica più forte del Paese con il 34 per cento dei voti alle elezioni europee del 2019, ha ricevuto solo il 16 per cento nell’ultimo sondaggio. Dalla loro vittoria alle elezioni parlamentari del 2018, la quota di voti dei Five Star è scesa dal 33% al 13% ora.

Annullata la missione di pace di Salvini

La recente controversia su Salvini e Conte riguarda rispettivamente la guerra in Ucraina. Dopo gli attentati di Mosca del 24 febbraio, entrambi i leader del partito hanno inizialmente sostenuto le politiche del capo del governo apartitico Mario Draghi, che, insieme all’Unione Europea e agli Stati Uniti, si è schierato disinteressatamente con le vittime della guerra ucraina. Di recente, però, Salvini e Conte si sono sempre più allontanati da Draghi su questo tema, e di fatto si oppongono alla coalizione di Draghi sostenuta dal loro partito.

Salvini ha cancellato la sua “missione di pace” personale programmata a Mosca solo a giugno dopo che le critiche al suo viaggio, che non era coordinato con il capo del governo o il ministro degli Esteri, si sono fatte più forti, anche all’interno del suo stesso partito. Salvini non ha raccontato al precedente governo il suo piano di pace, che vuole trasmettere al Cremlino. Le azioni irregolari di Salvini hanno attirato le critiche del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che appartiene all’ala moderata ed economicamente liberale della Lega. Ma l’errante Salvini sta perdendo sempre più consensi anche tra il grande pubblico. La scarsa prestazione dei candidati della sua Lega alle elezioni regionali indebolirà ulteriormente la posizione di leadership di Salvini.

“Fatica di guerra” in Italia

Il leader del partito a cinque stelle Conte ha recentemente criticato più chiaramente le politiche di Draghi in Ucraina, in particolare le spedizioni di armi dell’Italia a Kiev. Sia Salvini che Conte hanno cercato di utilizzare la crescente “stanchezza bellica” della popolazione italiana per i propri fini politici allontanandosi sempre più nettamente dalla linea di Draghi nella guerra in Ucraina.

L’elezione del sindaco a Palermo è molto importante. Lì finì l’era di Leoluca Orlando, eletto sindaco per la prima volta nel 1985 all’età di 38 anni. Orlando governò il Palazzo delle Aquile per più di 22 anni, distribuiti su quattro mandati. Tra di lui ci sono membri dei parlamenti siciliano e italiano oltre che al Parlamento europeo. Ovunque fosse e qualunque cosa facesse, la sua reputazione di combattente contro l’organizzazione mafiosa siciliana Cosa Nostra negli anni ’80 gli è valsa grande rispetto. Soprattutto in Germania, perché anche l’avvocato di Orlando ha studiato a Heidelberg e parla bene il tedesco.

Telefonata con Cosa Nostra

Orlando può prendersi il merito del fatto che i capi di Cosa Nostra non determinano più cosa succede al municipio, ma i rappresentanti eletti del popolo. Anche il rilancio di Palermo ha fatto buoni progressi sotto la guida di Orlando, sebbene i trasporti, la raccolta dei rifiuti e la pubblica amministrazione in generale debbano ancora migliorare. Nelle controversie sull’immigrazione, in particolare con i nemici populisti di destra di Salvini, Orlando è ed è uno dei più importanti sostenitori nazionali di una cultura dell’accoglienza in Italia. Un padre cittadino ampiamente rispettato, Orlando è ora in pensione.

E presto le ombre del passato sono ricomparse nella campagna elettorale del Comune di Palermo. Un politico del partito Forza Italia di Silvio Berlusconi è stato arrestato all’inizio di questa settimana con l’accusa di aver parlato di compravendita di voti in una telefonata intercettata da investigatori antimafia con il boss locale Cosa Nostra. “Aiutami, sai che intendo bene con te”, ha detto al mafioso e poi ha continuato: “Se ho il potere, allora sei forte anche tu”. Miliardi di euro di aiuti alla ricostruzione dell’UE per l’Italia sono fluiti in modo sproporzionato. grandi numeri al sud, e anche Cosa Nostra vuole beneficiare della pioggia di soldi.

Si considerano aperti i risultati delle elezioni del sindaco di Palermo. Roberto Lagalla, 67 anni, professore emerito di medicina ed ex rettore dell’Università di Palermo, è il candidato generale del partito di destra ed è visto come poco favorito. Un’alleanza di partiti di sinistra guidati da Socialdemocratici e Cinque Stelle ha mandato in corsa l’architetto Franco Miceli, 69 anni. Se nessun candidato ottiene il 40 per cento dei voti al primo scrutinio, ci sarà una votazione tra i due candidati meglio classificati il ​​26 giugno.

Basilio Montalto

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