L'”ombelico” italiano è protetto dai santi, ma non possono prevenire i terremoti

L’area sismica al confine delle tre regioni dell’Italia centrale Umbria, Lazio e Marche (dove si trova Nursia) ha vissuto una notte terribile. Misurano le vibrazioni fino alla Repubblica Ceca.

E Nursie, Norcia in italiano, è la più vicina all’epicentro. La città dove S. Nacque Benedetto, fondatore dell’ordine benedettino, spesso colpito da terremoti. Quando il terreno tremò proprio sotto Nursia il 19 settembre 1979, distrusse persino il Colosseo a Roma.

Allo stesso tempo, la Norcia ha interessanti attrazioni per i visitatori. È famoso per i suoi rari tartufi neri, dove hanno anche un festival aggiuntivo lì. E ottime salsicce. Dispone inoltre di un proprio prosciutto che deve essere essiccato ad un’altitudine superiore ai 500 metri sul livello del mare per poter fregiarsi della denominazione “prosciutto di Norcia”.

Non solo San Benedetto viene da località del centro Italia spesso colpite da terremoti. Lungo il fiume Velino si estende la “valle sacra” denominata Piana Reatina. La santità qui respira dai quattro monasteri fondati dallo stesso Francesco d’Assisi. Compresa Assisi, dove diciannove anni fa ci fu un terremoto che fece letteralmente crollare dalle pareti della Basilica di San Francesco un prezioso affresco di Giotto.

Piazza San Benedetto a Norcia

Lo hanno restaurato pezzo per pezzo, così oggi il cuore dell’Assisan e soprattutto del capo dei restauratori, Sergio Fusetti, si è dovuto fermare. L’epicentro del terremoto era a meno di settanta chilometri quando i corvi volarono, e anche ad Assisi la terra tremò leggermente. Come a L’Aquila, città universitaria gravemente danneggiata da un terremoto sette anni fa.

Tremori sono stati avvertiti anche a San Benedetto del Tronto, la principale località della Riviera delle Palme, dove molti cechi nuotano nel mare Adriatico italiano.

Ma la città di Amatrice ha risentito maggiormente del forte terremoto in corso nel centro Italia. Duemila e mezzo di posti, appartenente ad un ristretto club delle più belle città d’Italia, famoso nelle cucine di tutto il mondo. La pasta all’atriciana, una delle ricette di pasta più famose, ha origine qui.

Dopo il terremoto di Amatrice (24 agosto 2016)

Il cibo autoctono dei pastori del Monte Gorziano (cima più alta del Lazio – 2.458 m), ai piedi del quale si trova Amatrice, si basa su una particolare carne essiccata chiamata guanciale e formaggio pecorino. Nel tempo alla ricetta si sono aggiunti pomodori e un filo d’olio d’oliva, spaghetti e maccheroni che erano buoni anche per i romani. Il celebre chef ha fatto guadagnare ad Amatrice il titolo di chef della città pontificia. Oltre alla pasta, un’altra specialità proviene da questo piccolo paese: gli gnocchi ricci, gnocchi di farina, uova e acqua “strizzati” tra il pollice e l’indice.

E per quanto riguarda gli ombelichi italiani? Sulla piazza San Rufo nella città di Rieti si trova il centro geografico dei cosacchi appenninici, Umbilicus Italiae – l’ombelico d’Italia. Rieti, situata nella pianura tra l’Appennino Terminillo e il Reatino, è nota non solo ai ciclisti del Giro d’Italia, ma anche a molti sciatori italiani. Qui si scia in buone condizioni di neve ai piedi del Monte Terminillo (2217 m). La città, che si dice sia stata fondata dalla dea Reia, si trova in una zona “terremotata”. Prima di mercoledì, l’ultima volta che la terra ha tremato a Rieti è stata meno di 120 anni fa.

Tonio Vecellio

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