In Vaticano operano la corruzione e la lobby omosessuale, dice Papa Francesco

Ci sono persone pie in curia, davvero pie. Ma ci sono anche correnti sotterranee di corruzione, ed è vero. Si parla di lobby gay, ed è vero anche lì. Dobbiamo considerare cosa possiamo fare al riguardo, ha detto Papa Francesco.

Papa Francesco ha riconosciuto che ci sono “correnti corrotte” nella leadership vaticana, così come una “lobby omosessuale”. Lo ha detto la scorsa settimana durante un incontro privato con i rappresentanti della Confederazione delle Chiese latinoamericane e caraibiche (CLAR). Il suo intervento è stato pubblicato per la prima volta dal sito cattolico Chile Reflection and Liberation.

Martedì è apparsa la trascrizione di un’intervista che Francesco ha condotto il 6 giugno in Vaticano con i rappresentanti della CLAR. L’organizzazione con sede in Colombia ha confermato il contenuto dell’ascensore ma si è pentita di averlo reso pubblico. Tra l’altro, il Papa ha parlato della situazione in Curia, cioè. in una specie di agenzia amministrativa del governo vaticano.

Era una conversazione privata

La conversazione è condotta in spagnolo. Una volta pubblicato su un sito web, viene tradotto in altre lingue e compare su altri siti cattolici. Il portavoce vaticano Federico Lombardi ha affermato che le conversazioni citate sono private, quindi non commenterà il loro contenuto.

Dichiarazioni simili sulle condizioni in Vaticano sono arrivate quest’anno prima delle dimissioni del predecessore di Francesco Papa Benedetto XVI. A quel tempo, i media italiani hanno scritto della potente “lobby omosessuale” vaticana, che ha causato il ricatto del papa.

Benedetto XVI si è dimesso il 28 febbraio e ha consegnato al suo successore un rapporto top secret sullo scandalo che circonda la fuga di informazioni riservate dal Vaticano, chiamato l’affare Vatileaks. A causa sua, l’anno scorso sono arrivate nei media informazioni sullo stato deplorevole della curia, sulla corruzione, la cattiva gestione e le lotte di potere interne. L’anno scorso, il maggiordomo di Benedetto, Paolo Gabriele, è stato condannato per aver rubato i documenti personali del Papa, ma Benedetto gli ha concesso la grazia.

Tonio Vecellio

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